France's President Emmanuel Macron addresses a press conference at the European Social Summit in Gothenburg, Sweden, on November 17, 2017. / AFP PHOTO / LUDOVIC MARIN (Photo credit should read LUDOVIC MARIN/AFP/Getty Images)

Ieri a Parigi si è svolta la “Fête à Macron”, una manifestazione voluta dal deputato ribelle François Ruffinin in occasione del primo anniversario dell’elezione del Capo dello Stato, contro la politica del presidente Emmanuel Macron.

Secondo France Insoumise, il movimento politico francese di sinistra radicale che ha organizzato l’evento, erano oltre 100 mila le persone che hanno partecipato alla festosa marcia che ha registrato un “notevole successo”, si promette infatti una nuova mobilitazione massiccia per il 26 maggio prossimo.

Migliaia di manifestanti, militanti di sinistra, si sono mobilitati pacificamente con vari slogan come: “abbasso il presidente dei ricchi”, “no al colpo di stato sociale”, “un anno di troppo”, “fermiamo ToutenMacron”, “Macron Dracula”. Secondo la polizia tuttavia, le persone che avrebbero marciato erano soltanto 40mila.

Jean-Luc Mélenchon, già ministro con delega all’insegnamento professionale nel governo di Lionel Jospin tra il 2000 e il 2002 ed eurodeputato, ha approfittato dell’evento stando in prima fila per denunciare “una campagna organizzata per demonizzare ogni opposizione”.

Era stato proprio Mélenchon a spaventare i mercati finanziari quando i sondaggi lo diedero al terzo posto durante la corsa all’Eliseo subito dietro ai due favoriti Macron e Marine Le Pen, facendolo diventare l’uomo del momento e il nuovo spauracchio della Francia moderata.

Durante il suo discorso ai manifestanti, Mélenchon ha stigmatizzato il “monarca” Macron. “Siamo quelli che stanno ancora protestando contro la violenza sociale del mondo, alcuni protestano per una vetrina rotta, ma non contro la violenza che infligge i lavoratori martirizzati ai loro posti di lavoro”, ha detto il leader di France Insoumise. “Possiamo perdere un’elezione ma non ci disarmeremo mai perché sappiamo che è un mondo corrotto quello in cui viviamo”.

“Siamo qui per dare coraggio ai ferrovieri, agli ospedalieri e agli studenti, e chiedo un nuovo raduno in tutte le città della Francia il 26 maggio”, ha annunciato il leader dell’estrema sinistra.

Se si prende la formulazione di Jacques Duclos, politico francese del ‘900 che amava distinguere in una manifestazione le figure aritmetiche dalle figure politiche, la cifra politica di 100 mila appare come un successo. Che si tratti di poche decine, centinaia o migliaia di persone, i raduni si sono svolti in molte città della Francia, come Tolosa, Bordeaux, Lione, Strasburgo e Rennes, ed è stato un successo anche perché diversi gruppi di sinistra hanno partecipato all’evento e i quindici sindacati presenti hanno accolto questa convergenza di lotta.

Anche se una parte della sinistra non era presente, a cominciare dai socialisti vicino a Benoît Hamon, è stata una vittoria “populista” per dimostrare alle persone rassegnate che è possibile reagire.

L’evento per fortuna non ha visto la massiccia presenza dei Black Bloc, a differenza del 1° maggio. Anche se il furgone di Radio France è stato danneggiato da più persone mascherate vicino a Place de la Bastille e, secondo il quotidiano Le Parisien, ci sono stati quattro arresti per armi proibite effettuati prima della manifestazione nel settore dell’Opéra national de Paris.

France Insoumise afferma che Macron calpesta il mondo in cui viviamo e che la politica che conduce è estremamente violenta, e vuole credere in un nuovo slancio per cambiare la storia.