(dall’intervista del presidente Marco Giglio, concessa a Ticinolive e pubblicata ieri)

“Noi comunque speriamo che il vescovo di Lugano Mons. Lazzeri venga in soccorso dei suoi fedeli cattolici essendo noi in regola con il Diritto Canonico e con il Catechismo della Chiesa.”

“In particolar modo speriamo nelle preghiere e nel sostegno anche pubblico del vescovo di Lugano, Mons. Lazzeri.”

(da Teleticino)

“No a gesti pubblici strumentali. La preghiera è una cosa, la propaganda pubblica è un’altra. Preghiera non è manipolazione. Un conto è manifestare pubblicamente la propria fede, un conto è ostentare “un atto” religioso che ha come obbiettivo quello di contrastare, criticare o polemizzare con altre manifestazioni. La preghiera non è ostentazione di religiosità per contrastare un ideale che non condividiamo.”

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Povero Marco Giglio, che delusione crudele! Noi non gli abbiamo detto che le sue speranze erano esigue (eufemismo), non volevamo guastargli la serata.

L’esternazione dell’Eccellentissimo – così chiamava il vescovo il professor Romano Amerio, l’autore dello straordinario Iota Unum, che forse un prete su cento avrà letto; era vescovo allora Angelo Jelmini, omonimo ed antenato del municipale democristiano – avrà anche l’effetto, automatico, di paralizzare qualsiasi velleità di reazione pipidina.

Io consiglierei al presidente Giglio di valutare tutte le possibilità, a cominciare da un ricorso in sede legale. E se i “ribelli” (al politicamente corretto) dovranno subire censure ecclesiastiche, se il vescovo li scomunicherà… che offrano le loro sofferenze a Dio!