Gli attacchi israeliani avvenuti dopo la mezzanotte di oggi in diverse zone della Siria contro strutture militari hanno ucciso almeno 23 combattenti, tra cui 5 membri del regime siriano e 18 membri delle forze filo-siriane, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani che ha sede in Gran Bretagna.

L’esercito israeliano ha dichiarato che i suoi aerei da combattimento hanno preso di mira i servizi segreti e di logistica iraniani intorno a Damasco, così come i depositi di munizioni, i posti di osservazione e basi militari nel sud della Siria, in risposta ad una raffica di razzi lanciati sulle loro posizioni in alture occupate del Golan. Territorio dell’Iran occupato da Israele dalla guerra del 1967 e annesso nel 1981 con una mossa non riconosciuta a livello internazionale.

Un avvenimento molto preoccupante, il più grande in Siria dalla guerra del 1973, che potrebbe portare ad una escalation senza precedenti tra i due nemici. Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che i missili sono stati lanciati dalle forze speciali iraniane al-Quds comandate dal temuto generale iraniano Qassem Soleimani,; si tratta della prima volta che le forze iraniane sparano direttamente sulle truppe israeliane.

Dal monte Bental sulle alture del Golan, il colonnello Jonathan Conricus ha sottolineato che i razzi iraniani venivano lanciati verso Israele poco dopo la mezzanotte. “Abbiamo visto che era molto chiaro ciò che stavano facendo gli iraniani, attaccando Israele dal suolo siriano. […] È stato di gran lunga il più grande attacco che abbiamo fatto, ma si è concentrato sui siti iraniani”. Secondo il colonnello quattro dei missili erano a bersaglio ma sono stati intercettati, mentre il resto dei razzi è caduto senza conseguenze gravi.

Israele ha promesso di non lasciare che l’Iran costruisca una presenza in Siria. Prima di attaccare aveva avvisato il governo siriano e la Russia, mandando un messaggio chiaro ai leader dell’Iran: ogni attacco contro il territorio israeliano comporterà una ritorsione ancora più estesa e violenta contro le postazioni iraniane in Siria. “Spero di aver chiuso questo capitolo e che tutti abbiano ricevuto il messaggio”, ha detto il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman. Parlando alla Conferenza di Herzliya, un incontro annuale di sicurezza a nord di Tel Aviv, il ministro ha detto inoltre che Israele reagirà ferocemente a qualsiasi ulteriore azione iraniana.

“Quello che abbiamo fatto stanotte è solo la punta dell’iceberg delle capacità dell’esercito israeliano”, ha detto il generale Ronen Menalis. I bersagli appartenenti alla Forza di al-Quds e alla Guardia rivoluzionaria in tutta la Siria hanno avuto un successo significativo: “Nelle prossime ore capiranno molto bene quanto li abbiamo colpiti”.

Gli analisti sostengono che la demolizione dell’accordo nucleare con l’Iran da parte del presidente Trump, ha dato forza agli estremisti della Repubblica islamica che vogliono mostrare forza. Netanyahu ha sempre sostenuto che il patto nucleare è dannoso per la sicurezza dello Stato ebraico, ma se l’accordo crollerà del tutto si creerà una minaccia immediata.

Lo scambio di attacchi come quelli avvenuti questa notte fanno crescere la preoccupazione per la possibilità di una risposta iraniana che accenda una guerra sul fronte settentrionale di Israele.

L’Iran sta aumentando da tempo la sua influenza in Siria con il forte sostegno al presidente siriano Bashar al-Assad. La preoccupazione di Israele è che l’Iran possa trasformare il sud della Siria in una specie di “nuovo Libano meridionale”, cioè un’area usata per lanciare attacchi contro Israele. Il governo israeliano ha già detto di non ritenere accettabile una situazione del genere e ha aggiunto che risponderà militarmente per evitare che si verifichi. Il ministro Liberman ha detto che la posizione del suo paese è chiara: “Non permetteremo all’Iran di trasformare la Siria in un ruolo di prima linea contro Israele”.

L’agenzia di stampa siriana ha ammesso che almeno un sito di stoccaggio di munizioni è stato colpito ma, ha affermato che gli altri attacchi sono stati intercettati.

La Russia ha forze militari in territorio siriano per sostenere il presidente Assad. Israele ha mantenuto strette comunicazioni con Mosca per impedire che le loro forze aeree entrassero in conflitto. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è recato a Mosca mercoledì per incontrare il presidente Vladimir Putin e discutere il coordinamento militare in Siria.

La capacità dell’Iran di rispondere con una nuova offensiva potrebbe essere limitata. Le sue risorse in Siria impallidiscono rispetto ai militari israeliani con alta tecnologia a disposizione e potrebbe anche diffidare dell’implicazione militare in un momento in cui sta tentando di salvare l’accordo nucleare internazionale.

I residenti israeliani delle alture del Golan intanto, hanno avuto una notte agitata passata in rifugi antiaerei. Tuttavia hanno aperto regolarmente le scuole questa mattina e gli agricoltori hanno continuato a lavorare come al solito.