La tecnologia che fa la differenza

Un evento professionale, l’evento a dire il vero, delle nuove tecnologie innovative. Si è svolto dal 17 al 19 Maggio 2018 presso la fiera MICO , fieramilanocity in contemporanea con Social Media Marketing e Digital Communication Days la Technology Hub, un vero e proprio “incubatore” delle tecnologie di domani e, come recita il comunicato stampa, “per i business di oggi”.

Si possono quindi ammirare in questo modo “le applicazioni in ambito architettonico, di arredo, di design di tecnologie digitali innovative come la realtà virtuale, la stampa 3d, l’Iot , i sistemi Dinamici responsivi ed i materiali innovativi”. Tanti i prototipi ottenuti mediante metodi di fabbricazione digitale innovativi tra cui i celebri “Shifting folds”, un sistema a pannelli riflettenti a geometria variabile per ottimizzare in teatri ed auditorium l’acustica. Ma non solo.

Dalla robotica medicale agli aspetti legali, dalla distribuizione dei software alle strategie di accesso dei fondi UE. Si è scelto di seguire quindi la fiera, seguendo 3 segmenti  e di altrettanti settori in cui si esprime, uno per ciascun giorno, in cui descrivere un ambito di quello che Technology Hub ha evidenziato ed esprime da sempre, declinandoli. Seguendo il percorso dell’innovazione, vedere come esso sia segnato  da quello fondamentale delle competenze necessarie e della ricerca sul campo, molto ben esemplificato anche dagli incontri ed itinerari della Fiera.

E’ un aspetto, infatti, quello delle competenze, che è davvero molto interessante sottolineare, in modo particolare per rimarcare, qualora ce ne fosse bisogno, quanto la tecnologia ha bisogno di capacità per svilupparsi in tanti dei progetti che  al Technology Hub di Milano ben esemplificano tutto questo.

Il primo ambito è quello appunto del medicale. Talmente importante che un intero settore (e stands) è dedicato appunto alle tecnologie medicali “di domani” con i suoi protagonisti: robotica, teleriabilitazione domiciliare e scoperte tecnologiche che permettono , proprio nell’aree demo “ricerca innovazione in riabilitazione” della fiera, di comprendere meglio cosa significhi sperimentare ed innovare in ambito medico, attraverso la tecnologia.

Un bell’esempio è lo stand (e le buone pratiche) della Fondazione Don Gnocchi Onlus. Sistemi robotici che permettono di aumentare l’intensità del trattamento, protocolli personalizzati secondo le caratteristiche cliniche del singolo paziente, studio multicentrico , tutto questo e molto altro ancora al loro stand con dei robot presenti , gli stessi presenti nei centri “Don Gnocchi” che provengono dalla genovese EMAC e da Humanware, spin off della scuola superiore del Sant’Anna di Pisa. Interessante anche il corner che fa sperimentare la piattaforma di riabilitazione robotica Hunova di Movendo Technology, la medical company nata come spin off dell’istituto italiano di tecnologia IIT, oltre che la possibilità di conoscere CareLab il laboratorio di riabilitazione pediatrica tecnologicamente assistita.

Ma è con l’incontro con un suo ricercatore (del polo tecnologico, già centro di bioingegneria della IRCCS Santa Maria Nascente di Milano),il danese Rune Thorsen che si comprende ancora meglio quanto la technologia sia, in fondo innovativa proprio perchè guidata da mani sapienti, quelle umane.
“La mia ricerca si concentra sullo sviluppo di metodi e dispositivi per la riabilitazione di persone con problemi fisici, specialmente per migliorare la funzione della mano e camminare. Ciò comporta elaborazione del segnale, elettronica, teoria del controllo, stimolazione elettrica funzionale ed elaborazione di segnali EMG, sviluppo di hardware e software, costruzione di dispositivi biomedici, ricerca clinica di dispositivi medici per soggetti umani secondo ISO 14155, documentazione, statistiche, valutazione del rischio e molto altro ancora”.Dare più forza ad una mano debole, “riprogrammare” un arto per farlo funzionare meglio. Un esempio che diviene anche modello. Grazie alla ricerca di uomini e donne appassionate, che spesso con i loro talenti fanno la differenza.
“Con il Progetto MeCFES si punta quindi a migliorare la prensione in soggetti con quadriplegia C6-C7 (progetto su mecfes.wikispaces.com). Con MeCFES – Stimolazione Elettrica Funzionale controllata da segnale Elettromiografico si stanno sviluppando un neuroprotesi per persone con lesioni del midollo spinale cervicale e consequente paresi della mano. Il sistema utilizza segnali dal muscolo paretico per controllare la stimolazione elettrica del muscolo stesso o un muscolo che flette le dita. In questo modo è possibile ottenere una presa chiave funzionale, in modo che l’individuo può contenere un oggetto nelle sue mani altrimenti paralizzati”.

Concludendo, il segmento medicale della fiera e l’esempio del centro milanese Don Gnocchi, ha evidenziato come in tutta Italia fare ricerca sia diffuso, utile ma anche essenziale da sostenere,  e quanto la tecnologia e l’innovazione sia essenziale al fine di migliorare la qualità della vita e supportare nel quotidiano le pratiche di tutti i giorni proprio perchè fa spesso la differenza.

Cristina T. Chiochia