Nicola Briganti, voce e chitarra dei Celeb Car Crash, racconta a Ticinolive l’esperienza della sua rock band la quale, dalla nascita (2012) miete un successo dopo l’altro. Dall’Italia, all’Europa, al Canada, i Celeb Car Crash oggi solcano il rock in lungo e in largo. Tre tour europei, complimenti dai più famosi fondatori di rock band, riviste e radio e per l’avvenire molti, altri progetti.

2012. La nascita di una storia, la vostra. Qual è stato il motore primo a portarvi, in soli sei mesi, a formare una band e registrare subito un disco, AMBUSH!?
Il motore, la spinta che ha fatto partire i Celeb Car Crash è stata la volontà mia, di Carlo Alberto e di Michelangelo di formare una rock band. venivamo tutti da altri progetti musicali, ci conoscevamo nonostante la distanza e abbiamo unito gli sforzi per arrivare ad una visione condivisa della musica. Si è unito a noi Simone. Siamo partiti, era tutto nuovo, io ad esempio non avevo mai cantato, abbiamo fatto tutto di getto ed è sicuramente stata la formula migliore per iniziare. Abbiamo suonato tanto e abbiamo capito che era la strada giusta.
2013, a un anno dalla nascita, la vostra band intraprende un tour europeo, con opening act per i Gotthard in Svizzera e per i Coheed and Cambria, quali sono le emozioni più forti che conservi di questa esperienza, così tempestiva, così travolgente?
Stupendo, davvero una cornice magnifica il nostro primo Festival , un palco enorme… eravamo fieri ed orgogliosi ed era anche la nostra prima data all’estero…che meraviglia la Svizzera. Per i Coheed and Cambria eravamo al New Age a Roncade, stavolta in un club storico. abbiamo pensato che molto spesso si ammucchiano anni ed aspettative prima di calcare dei palchi importanti ed a volte non ci si arriva nemmeno vicini a queste esperienze. Il lavoro è stato tanto ma abbiamo continuato a vivere tutto come un dono. Con le nostre forze e qualche folle amico francese abbiamo intrapreso il nostro primo mini- tour appunto tra Francia e Inghilterra.
Nello stesso anno pubblicate la vostra versione di Drinking in L.A., famosa hit del collettivo canadese Bran Van 3000, Rolling Stone Italia ne pubblica il video e gli stessi fondatori dei BV3000 si complimentano con voi. Come ti sei sentito? Sarete gli eredi del rock d’oltreoceano degli anni ’90?
Finché non abbiamo visto la notizia su Rolling Stone non ci abbiamo creduto, Drinking in L.A. era un brano che avevamo tenuto fuori da Ambush! avevamo già una cover e volevamo con calma fare un video Low Budget sulla falsa riga dell’originale aggiungendo una nostra parte Nerd. All’improvviso il video è su Rolling Stone ed in contemporanea alcuni membri dei Bran Van 3000 ci hanno scritto per complimentarsi. No, siamo rimasti ben coi piedi per terra perché abbiamo sempre pensato che i traguardi devono servire a maturare e preparare il terreno per dei Tour e per fare la nostra musica. Poi privatamente abbiamo festeggiato, sempre con quella genuina incredulità.


2014. Gli ormai celebri Celeb Car Crash vincono il concorso nazionale “RED BULL TOURBUS CHIAVI IN MANO 2014”, con il consequenziale tour assieme ai Lacuna Coil e la conseguente produzione e registrazione di un singolo presso i RedBull Studios di Londra. Com’è stato vincere questo prestigioso e imponente premio? Ve l’aspettavate?
Abbiamo partecipato mandando tutto il nostro materiale nell’ultimo giorno utile per l’iscrizione. Rischiamo di sembrare degli svampiti, ma con la mole di lavoro che stavamo macinando era difficile ricordarsi tutte le scadenze dei contest. Stavamo completando i mix di People Are the Best Show. Mi ricordo ancora la telefonata di Michelangelo: “ Nick, abbiamo vinto”. Ed io: “Cosa abbiamo vinto?”. Un periodo stupendo e turbolento, Milano per le pre-produzioni, Londra per completare il lavoro. Abbiamo avuto davvero la fortuna di lavorare con dei professionisti e dei padrini magnifici come i Lacuna Coil. E’ stato un altro passo che ci ha fatto crescere. Il Tour coi Lacuna Coil ci ha gratificato, sicuramente ha alzato le aspettative ed è sempre un problema perché vorresti che fosse sempre così la tua vita, ma senza questo traino sarebbe stato difficile finire in Heavy Rotation su Virgin Radio Italia. Nella musica è così, non è retorica, bisogna farsi trovare pronti e cogliere l’attimo e gli eventi artistici positivi si sommano e raggiungono una mole considerevole. Nell’Underground italiano non eravamo più così sconosciuti.
Il singolo prodotto in seguito alla vittoria, Because I’m Sad, lo tenevate già in serbo, o lo avete scritto ad hoc? Il titolo sembra però contrastante con l’atmosfera che creerebbe una così splendida carriera…o forse no?
Il singolo era già pronto era uno dei brani di People are the best show… abbiamo fatto sentire allo staff Creativo della Red Bull e ai produttori i nostri demo e hanno scelto…bene direi. E’ un brano, molto orecchiabile, pur avendo una struttura particolare. Il testo è cupo, il momento di vita personale non aiutava, tutto l’album è cupo con sprazzi di speranza. Il contrasto tra musica e testo credo sia stato il connubio vincente.
Nel 2016 Virgin Radio trasmette a rotazione il vostro nuovo singolo, Let Me in, nello stesso anno esce il vostro nuovo album, People Are The Best Show. Non vi fermate mai…
E’ vero, le pause ci uccidono, ed era giusto seguire le orme di Because I’m Sad e far uscire l’album. Ripeto, ci vuole lavoro duro e fortuna, abbiamo avuto la stima e la fiducia di Virgin Radio ed è un onore per noi che nel tempo la nostra musica abbia trovato tanto spazio nell’etere.
… e nel 2017 intraprendete un altro tour europeo, esibendovi in locali iconici dell’olimpo musicale: dall’ O2 Academy di Islington ed il Nambucca a Londra al mitico The Cave di Amsterdam. Cosa hai provato al rientro in Italia, dopo tappe così importanti, sia fisicamente che metafisicamente?
Pur rimanendo legati all’Italia, nel corso di questi anni abbiamo allacciato dei buoni contatti con dei promoter esteri e con una buona regolarità siamo chiamati per suonare in Inghilterra, in Olanda…ed è molto bello. Il Nostro Mood ed il nostro stile è “tremendamente” influenzato dalla musica anglofona. Essere legittimati dal pubblico inglese non è facile, non è scontato è una medaglia sul campo.
Infine, per quest’anno, scintillanti progetti: un nuovo ep fresco di pubblicazione, i CCCover, due nuove entrate in seguito a due uscite dei membri della band. Quali sono stati, a parer tuo, i cambiamenti più salienti, in questi sei anni?
I cambi di Line up sono sempre delicati, anche se a volte sono necessari per tenere in vita un progetto. Sembra un controsenso ma bisogna ripartire dalla musica, dalla passione e dall’energia che si condivide. Se lo sguardo non è volto nella stessa direzione non ha senso mantenere uno status quo. CCCover era il modo giusto per creare i presupposti di un nuovo album di inediti e di “annusarci” sul palco con Simone e Alex. Per ora è tutto molto stimolante e naturale.
Dinamica e immediate, ritmata e subitanea, la cover dei CCCover, My Favourite Game, è travolgente. È un po’ l’emblema della tua carriera?
Mi piacerebbe pensare di avere una carriera, nel senso che è un discreto numero di anni che suono, ma non mi sono ancora guardato indietro per una valutazione complessiva. La mia speranza è che possa trasparire molto di quello che sono e quello che mi piace fare ed il mio modo di intendere la Musica attraverso le canzoni dei Celeb Car Crash. Sono sicuramente diventato più diretto, ma non escludo un ritorno alla complessità.
1Una volta cavalcata l’onda del successo, la si doma sin ché essa è favorevole, o contemporaneamente se ne insegue un’altra, che magari non è sotto il surf, ma più lontana?
Non bisogna accontentarsi, ma la ricerca non deve farti affogare. prendersi un momento per riflettere e capire cosa funziona e cosa non funziona della propria vita, spesso aiuta anche la vita musicale. Il fuoco dell’arte brucia e consuma alla svelta bisogna trovare quel giusto equilibrio per non farsi del male. Per quello che mi riguarda come Alice “ Sono pieno di ottimi consigli” ma faccio fatica a seguirli.
L’ascoltatore profano di rock, ascoltandovi per la prima volta, potrebbe scambiarvi per una band perfettamente americana. Eppure siete tutti italiani, cosa ne pensi?
Penso che sia uno dei complimenti più belli che possano farci, perché il respiro della musica che facciamo tende all’internazionalità, diciamo che la nostra “mission” è questa.
In che modo guardate all’America? Ispirazione, emulazione, importazione in Italia, o compendio del Nuovo col Vecchio Mondo?
Ispirazione, siamo cresciuti con quel sound… l’importante è sviluppare in modo personale e con la cultura di cui dispone un cittadino del vecchio continente il proprio percorso artistico.
A parer tuo il rock odierno riscuote un feedback più vivace in Italia o in Europa?
In Europa, per la Storia e la cultura musicale che in molti paesi europei è parte integrante del territorio, parlo soprattutto della musica leggera, pop, rock. Se parlassimo di musica mediterranea e di lirica l’Italia sarebbe in testa. La speranza è che in Italia data la mole di band rock underground si apra almeno un confronto onesto.
La musica italiana d’oggigiorno, necessita di un rinnovamento qualitativo?
Decisamente, non parlo solo di rock, in generale c’è bisogno di qualità e di modelli alti da seguire. Non voglio sembrare pedante ma la cultura migliora la società.
Racchiuderesti in una frase l’esperienza (e il futuro) dei Celeb Car Crash? Chi siete? Da dove venite? Dove andrete?
La risposta potrebbe essere un Fiorino!
Andiamo verso un nuovo Album e tanti concerti che è tutto quello che serve per una Rock band.

 

Intervista a cura di Chantal Fantuzzi