Sebastian Kurz

L’Unione islamica turca per la cooperazione culturale e sociale in Austria (ATIB), fondata agli inizi degli anni ’90, rappresenta più di 60 associazioni con oltre 100 mila membri, presentandosi come la più grande associazione musulmana sunnita nel paese austriaco. Questa associazione funge da organizzazione ombrello coordinando le attività religiose, sociali e culturali delle comunità della moschea islamica turca in Austria, ed è stata ripetutamente sospettata di nazionalismo turco.

È una associazione da tempo oggetto di critiche ed è considerata un’estensione dell’autorità religiosa turca Diyanet e del partito conservatore di Erdogan, il partito AKP. Il suo obiettivo è quello di diffondere la parola del Corano e stabilire una collaborazione sociale e culturale in Austria. Recentemente ha anche confermato che gli imam in Austria ricevono il loro stipendio dalla Turchia.

Poco tempo fa, a Vienna, una moschea di questa associazione ha suscitato scalpore per un video inquietante girato nella moschea stessa, con bambini travestiti con le uniformi mimetiche militari. Una recita fatta appunto da bambini dell’asilo dove riproponevano la battaglia di Gallipoli del 1915 (battaglia vinta dopo grandi perdite sanguinose dalle forze ottomane) ricreando scene belliche e raffigurando soldati caduti. Il fatto ha provocato una forte indignazione.

Un altro caso riguarda una moschea gestita da un’associazione culturale chiamata VSC che trasmette messaggi estremisti contro gli “infedeli”. L’organizzazione è anche accusata di spionaggio per conto del regime del presidente turco Erdogan, dei turchi che vivono in Austria.

Il Ministro dell’Interno, Herbert Kickl, dopo lo svolgimento di alcune indagini, aveva annunciato che tutte le associazioni legate a questa organizzazione erano da rivedere a livello nazionale per verificare la possibilità legale dello scioglimento per violazione della legge sull’Islam in Austria.

E così dopo aver esaminato 61 imam sospettati su 260 attivi in Austria, il governo austriaco, che lavora a stretto contatto con la comunità religiosa islamica, ha preso una decisione annunciando oggi che chiuderà sette moschee e nel migliore dei casi gli imam sospettati saranno espulsi in relazione al finanziamento vietato di organizzazioni provenienti dall’estero.

Il gruppo che dovrebbe lasciare il paese si estende a circa 150 membri di famiglia. Il cancelliere federale Sebastian Kurz, ha dichiarato durante una conferenza stampa, che la libertà religiosa è una buona cosa, ma allo stesso tempo le società parallele e le tendenze alla radicalizzazione “non hanno alcun posto nel nostro paese”.

Il vice cancelliere Strache ha poi aggiunto che non può essere “che tolleriamo l’incitamento all’odio sotto le spoglie di una religione”, annunciando che ci saranno ulteriori misure.

La Turchia ha criticato duramente la mossa a sorpresa annunciata da Vienna di chiudere le moschee e di espellere gli imam. Il presidente Erdogan ha scritto su Twitter che la misura è espressione di “razzista islamofobica e discriminatoria per il nostro paese. Per fare dei piccoli cambiamenti politici, il governo austriaco tenta degli attacchi alle comunità musulmane”.

Per il momento la comunità religiosa islamica austriaca non vuole reagire alle conseguenze della decisione del governo federale. Il presidente Ibrahim Olgun, negando la disponibilità per un commento, ha informato che domani ci sarà una sessione del Consiglio Supremo.