Primo giorno d’estate e tempo di vacanze. Nella vicina Italia, nella bella città di Pisa un calendario fitto di eventi dal 22 maggio al 30 giugno che anima la città turistica tra le più note dello stivale tra arte, musica, teatro, manifestazioni storiche e musei.

Arriva il “Giugno Pisano”, così appunto si chiama la manifestazione dove accanto al Comune ed alle rinomate Università cittadine, centro nevralgico della cultura ecco le rassegne ed i Festival, come DantePrima e Le notti dei Cavalieri.

Ma come ogni anno, sono le manifestazioni storiche, dove la storia e la tradizione diventano vero e proprio spettacolo, a far emergere tutto “l’animus” di questa incredibile città. Il 16 giugno infatti come ogni anno, si è svolto un evento molto particolare e che anche in Italia è piuttosto inusuale. Nazione di tradizioni per antonomasia, fa un certo effetto infatti pensare a ben 160 persone, tutte assunte con contratto di somministrazione tra disoccupati, cassaintegrati e studenti che accendono “a mano” ed “uno per uno” circa 70.000 mila lumini di cera inseriti in apposti bicchierini di vetro ed appesi a dei telai particolarissimi ai palazzi più belli della città lungo tutto il primo tratto del lungarno, le celebri “biancherie”.

Qualcosa di non solo suggestivo ma unico nel suo genere dove palazzi, ponti, chiese e case-torri diventano un “unicum” difficile a descriversi.

E tutto questo a mano.Niente fili o elettricità. Ma la mano dell’uomo e la luce fioca delle candele che, singolarmente, una ad una brillano, si muovono e si spengono consumando piano piano l’impasto della cera.

Una festa della luce da affidare insomma al retaggio dei tempi dal 1600, anche se in pieno 2018.

Lungo il fiume, da cui si gode uno dei più bei tramonti italiani possibili, ecco i lumini accendersi come lucciole per poi all’imbrunire, impossessarsi della notte, semplicemente ardendo.

Una festa, quella della “Luminara” in dialetto pisano, davvero unica, modellata come questa città sull’unicità che possiede non solo per bellezze architettoniche quali la torre pendente o il Duomo.

Ed è proprio nel suo Duomo che il giorno successivo, il 17 giugno, arriva la vera e propria festa, quella del patrono della città, San Ranieri con le celebrazioni religiose mentre, sull’Arno, ecco nuovamente il fiume protagonista con il celebre “Palio di San Ranieri”, regata dal sapore antico dove le barche (quest’anno vincitrice quella del rione Santa Maria) sfilano lungo il fiume gremito di pubblico lungo le celebri “spallette”, ovvero i muri di contenimento.

A chiudere gli appuntamenti il 30 giugno, il celebre “Gioco del ponte” una vera e propria battaglia “al carrello” di cui si racconterà nel prossimo appuntamento di chi scrive assistendo alla celebre sfilata in costume.

Un modo per conoscere l’Italia nella sua veste più bella, quella della storia e per ricordare una volta di più, qualora ce ne fosse bisogno, un periodo artistico e culturale dell’intera storia Europea che si sviluppò proprio in Italia, soprattutto in Toscana, tra la fine del medioevo fino al settecento.Un invito per un turismo culturale inedito, da provare data anche la vicinanza geografica.

Cristina T. Chiochia