Sul fatto che un ragazzino di 12 anni debba avere le migliori cure e che se una cura non coperta dall’assicurazione malattia non possa essere economicamente presa a carico dalla famiglia, la stessa vada sostenuta, non vi è evidentemente nulla da obiettare e ci mancherebbe.

Lecito però interrogarsi come mai in un Cantone come il Ticino, ove sono presenti  numerose associazioni, fondazioni  e leghe  non sia stato posbile reperire una cifra relativamente modesta senza dovere ricorrere a una campagna mediatica. Questo anche in considerazione del fatto che la richiesta di aiuto avveniva per tramite di medici specialisti rinomati, riconosciuti e stimati.

Richiedere sulla base di un singolo caso o di casi tutto sommato isolati di rivedere le leggi assicurative non fa che aumentare la spirale ascendente tra prestazioni mediche e premi assicurativi. Questo in tempi ove in particolare famiglie di ceto medio con figli fanno sempre più fatica a pagare i premi di cassa malati. Ciò  sottrae in ultima analisi risorse economiche, che se impiegate per cibi di qualità, istruzione e sport ai fini di salute e prevenzione sono importanti sia per l’individuo che per la società.

“Uno stato che ti da tutto è uno stato che ti toglierà tutto”

Guido Robotti

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(fdm) Secondo me lo scopo primario del gesto era mettere “alla gogna” le casse malati, già così spesso bersaglio dell’aggressività, talvolta irrazionale, della gente. Il Partito socialista si è immediatamente inserito nella vicenda proponendo (al solito) la statalizzazione.

Certe mosse mediatiche – non occorre una laurea in psicologia per capirlo – sono imparabili. La reazione del pubblico è automatica.

PS. Non sono un sostenitore acritico e fanatico delle casse malati. Pago moltissimo e consumo (ringraziando Iddio) poco.