2018

Il Consiglio di Fondazione del Corriere del Ticino prende atto con orgoglio della prestigiosa nomina di Marcello Foa quale presidente della RAI e formula all’attuale amministratore delegato del Gruppo i migliori auguri per il suo futuro professionale. Una nomina, quella di Marcello Foa, che conferma il prestigio e la visibilità di cui gode il Gruppo del Corriere del Ticino.

Allo stesso tempo, il Consiglio di Fondazione esprime completa fiducia nell’attuale management del Gruppo e in particolare nei suoi giovani direttori, che hanno dato prova di grandi capacità e che sapranno affrontare anche le nuove importanti sfide strategiche con abilità ed entusiasmo.

Pur consapevole del momento delicato attraversato dal settore della stampa e dell’editoria in generale, il Consiglio di Fondazione crede fortemente che gli importanti progetti attualmente in fase di implementazione possano garantire anche in futuro al Gruppo Corriere del Ticino il ruolo di leader del panorama mediatico della Svizzera italiana.

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Un comunicato impeccabile che nessuno oserà criticare. Ma le poche parole, meno ingessate, pronunciate ieri in TV dall’avvocato Fabio Soldati, presidente del Consiglio di Fondazione, ci sono parse più rivelatrici. Le citiamo “ad sensum”, così come le abbiamo capite.

“I contatti di Marcello Foa (con Salvini, 5 Stelle, movimenti sovranisti; ndR) da un lato gli hanno giovato; d’altro canto hanno creato un certo imbarazzo a un Gruppo editoriale geloso della propria indipendenza dai poteri politici”. Così l’abbiamo intesa noi, e speriamo di averla intesa giusta.

Marcello Foa non è uno che vuol piacere a tutti, e ciò sia detto a sua lode.

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Questo governo, che sembrava non dover nascere mai, si muove ora rapidamente e con decisione. La sinistra sembra annientata ma, prima o poi, tornerà in pista.

Stanno accadendo molte cose alla nostra frontiera sud, bisogna seguirle attentamente (anche leggendo l’Espresso, perché no?). L’informazione, chi si ricorda il passato? RAI Uno: democristiana; RAI Due: socialista; RAI Tre (Tele Kabul): comunista. Che tempi! Li rimpiangete? Io no, era proprio uno schifo. Anche se pittoresco.