Foa con Tzipi Livni (Swiss Israel Day 2017) in una foto Ticinolive

STEFANO PIAZZA (da LiberaTV)  “Io non riesco a capire come uno come Foa possa essere l’elemento di rottura nel movimento del centrodestra in Italia. Lo descrivono tutti come giornalista, ma lui ha smesso di fare giornalismo tempo fa. Non so con che coraggio possa essere definito ‘un giornalista libero’. Uno che fa propaganda per Putin non è un giornalista libero”.

“È un militante politico. Non c’è bisogno che finga di essere giornalista. Dice di voler restituire una dignità alla RAI, senza sapere che la RAI ha una dignità anche senza di lui. A mio modo di vedere è un’offesa verso le migliaia di persone che ci lavorano…”.

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Sono dichiarazioni molto dure (del resto nello stile aggressivo di Piazza). Marcello Foa è un giornalista, eccome. Magari scriverà cose che non piacciono. Fa propaganda per Putin? Io direi piuttosto che si batte contro il “Pensiero unico politicamente corretto” che ci sta incretinendo tutti. Questa demonizzazione della Russia (che non è santa) è insensata. Che cosa si dovrebbe dire di stati che, per decenni, hanno portato la guerra in tutto il mondo e del servilismo dell’Europa (pardon, dell’Unione europea) nei loro confronti?

Ricercare l’espressione di un giudizio equilibrato sul rapporto tra le superpotenze non significa essere “il propagandista di Putin”. Che il povero Marcello sia inviso ai propagandisti di Obama e Hillary Clinton, per non parlare di Bush e di Bill, è fatale e non deve scandalizzare nessuno.

Quanto all’Italia – poiché la RAI è Italia – lo stato spaventoso in cui l’hanno ridotta il Patacca e il Vecchio Libertino (sì, anche lui) è sotto gli occhi di tutti. Foa sostiene il nuovo leader e il cambiamento (per sopravvivere) sotto una pioggia di insulti.

Marcello, difenditi. I tuoi nemici sono innumerevoli, grandi e piccoli.