Ieri Papa Francesco ha concluso la sua prima giornata di visita in Irlanda con tanto di incontro faccia a faccia con otto vittime di preti pedofili. L’Irlanda è un paese a maggioranza cattolica dove la religione è ancora profondamente radicata ed è anche uno dei paesi dove la pedofilia è maggiormente diffusa tra i preti. Proprio per questo motivo la visita del Papa era particolarmente attesa dai fedeli e le sue parole sono state attentamente ascoltate in attesa di una presa di posizione rigida.

Il Papa non ha disatteso le aspettative, parlando della necessità di “eliminare a qualsiasi costo”, morale e di sofferenza, il flagello della pedofilia dalla Chiesa. “Il fallimento delle autorità ecclesiastiche — vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri — nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti” ha ribadito il pontefice davanti alle autorità, ai civili e al corpo diplomatico.

Papa Francesco è stato il primo pontefice a visitare l’Irlanda dopo ben quattro rapporti governativi che tra il 2005 e il 2011 hanno fatto luce sulle migliaia di vittime che hanno subito abusi sessuali nelle istituzioni cattoliche dagli anni Trenta ai primi Duemila. In particolare, come riferito da La Repubblica, dal 1975 ad oggi si sono registrate quasi 1300 denunce contro 489 sacerdoti che hanno coinvolto 26 diocesi. Dei preti accusati, solo 36 hanno dovuto affrontare un effettivo processo. Tuttavia negli anni Duemila si è assistito a un drastico calo dei casi di violenza. Le misure preventive prese dalla Chiesa quindi sembrano funzionare ma questo non cancella il dolore causato dai crimini passati. Non tutti hanno infatti accolto a braccia aperte Papa Francesco: a Dublino c’erano anche i manifestati del gruppo “protest the pope” con striscioni e cartelloni che recitavano “Non dimenticheremo mai” e “Paedophiles supporters go home”.

Come se non bastasse, proprio durante questa delicata visita, sono arrivate le accuse dell’ex nunzio apostolico degli USA Carlo Maria Viganò che sostiene che l’attuale pontefice ha coperto i reati del cardinale Theodor McCarrick. “Sin dal 2006 i vertici della Chiesa sapevano degli abusi sessuali del cardinale Theodore McCarrick. Papa Benedetto XVI era intervenuto, confinandolo nel silenzio. Ma la protezione della lobby gay, potentissima in Vaticano, gli ha consentito di diventare uno degli elettori di Papa Francesco. Io stesso, 5 anni fa, ho informato Bergoglio della condotta di McCarrick, ma senza esito. Ora che le sue turpitudini sono conclamate, il Papa deve dare l’esempio e dimettersi”.  Per ora il pontefice non ha rilasciato commenti sulle accuse di Viganò.