Polemiche a sinistra sui Molinari

Sulla Regione del primo settembre è possibile leggere la versione istituzionalizzata dell’autonomia luganese targata PS. Intendiamoci, niente di scandaloso, ognuno in questo mondo sbandato può scrivere ciò che gli piace, soprattutto se lo fa dalla seggiola giusta sotto i glutei. Per Roic tutto comincia negli anni 90 e racconta di un movimento aperto, culturalmente alternativo, democratico e tutto sommato pacifico. Peccato si sia dimenticato di ciò che accadde, proprio a Lugano, nella prima metà degli anni 70. Manifestazioni spontanee, tafferugli con la polizia comunale, sit-in sulla gratuità dei trasporti pubblici, dei libri scolastici, le campagne per i 1000 franchi di salario agli apprendisti, la simbolica occupazione del “Venezia” per salvarlo dagli appetiti di chi, a quel tempo, si faceva chiamare “Innovazione” e da scandalosi piani regolatori che hanno ridotto il centro cittadino a grande giostra di supermercati.

Eh sì, caro Roic, la storia se si decide di raccontarla, bisogna farlo per intero. Il libro di Roberto Raineri-Seith “il luogo che non c’è” (edizioni Casagrande 1997) potrebbe aiutarla con poca spesa. Se poi decidesse di non ricalcare le orme di chi allora era “rivoluzionario” e oggi sinistrato, può sempre avvalersi della consultazione del mio archivio personale.

Questo per aiutarla a non cadere nel vizietto storico della socialdemocrazia: Definire provocatore chi osa andare oltre lo stato presente delle cose.

Carlo Curti, Lugano