Un sospiro di sollievo per i partiti tradizionali e per quelli moderati dopo i risultati delle elezioni parlamentari svedesi di domenica. Il principale partito di estrema destra ha ottenuto il suo miglior risultato di sempre rendendo complicata la formazione del prossimo governo. Si prospettano ora mesi di trattative per trovare un compromesso tra i partiti storici.

I Democratici Svedesi di estrema destra, nazionalisti e anti-immigrati, hanno ricevuto quasi il 18% dei consensi elettorali vedendosi aumentare i loro seggi in parlamento. Alla fine un dato inferiore rispetto ad alcuni sondaggi pre-elettorali che avevano suggerito un probabile 24%, ma comunque adesso sono il terzo partito politico dopo quello dei socialdemocratici e del centrodestra moderato. Tutti dovranno parlare con loro: “Avremo un enorme peso su ciò che accadrà nelle prossime settimane, mesi ed anni”, ha detto il leader Jimmie Akesson.

Presi da soli, né il partito socialdemocratico, né il partito “borghese” del centro-destra ha la maggioranza governativa. Per i partiti tradizionali potrebbe essere non più possibile tenere lontano il partito dell’ultradestra svedese dal potere a livello nazionale. I socialdemocratici hanno oggi immediatamente aperto al centro destra per essere uniti contro il partito che viene considerato “neonazista”.

In Svezia, e come del resto anche in altri paesi dell’Europa, la base elettorale dei principali partiti politici, in particolare quelli di centro sinistra, continua ad erodersi. Il progresso dei Democratici Svedesi è dovuto al fatto che sono stati i primi a lanciare campanelli d’allarme su flussi su larga scala di rifugiati e migranti verso la Svezia. Ed inoltre, hanno anche usufruito della percezione di molti elettori che dopo decenni di egemonia del centro-sinistra e del centro-destra i partiti tradizionali si sono resi indistinguibili l’uno dall’altro.

Per i socialdemocratici è stato un duro colpo. La peggiore performance dalla prima guerra mondiale. Hanno come magra consolazione il fatto che partiti a loro simili in alcuni paesi europei, come la Francia, l’Italia, la Germania e i Paesi Bassi, si trovino in una situazione simile. Anche per i moderati “borghesi” che formano il principale partito del centro-destra, quella di ieri è una giornata da dimenticare con un punteggio inferiore al 20%.

Il risultato elettorale non indica che la società svedese stia andando contro la sua lunga tradizione di umanitarismo internazionale, però dimostra di essere profondamente divisa sulla questione di come gestire l’immigrazione e le sfide culturali, economiche e sociali.

Il risultato di domenica porterà ad un possibile nuovo governo di minoranza che avrà difficoltà a prendere confidenza con le sfide più serie della nazione, come il mercato immobiliare, l’istruzione e lo stato sociale.