Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Ticinolive è aperto a tutte le posizioni (e ringrazia l’on. Käppeli per il suo contributo) ma sostiene il No alla Scuola che verrà.

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È naturale che la scuola dell’obbligo faccia discutere e, soprattutto, che non faccia l’unanimità. Probabilmente non ha eguali nel rivestire così tanta importanza: accoglie i nostri giovani in tenera età, con i loro sogni e le loro paure, e li accompagna fino all’adolescenza e oltre, preparandoli al “mondo degli adulti”. Si tratta di fasi cruciali anzitutto per la crescita formativa e personale dei cittadini di domani, ma di riflesso per l’intera società.

Su una cosa sono però tutti concordi: la scuola ticinese necessità una riforma per fare dei passi in avanti. Rimane una buona scuola, ma dopo 40 anni senza cambiamenti importanti deve recuperare il passo.

Ogni ragazzo è diverso, e ogni ragazzo ha la sua intelligenza, la sua attitudine, le sue doti e pure i propri ritmi. Il bravo docente deve capire e aiutare ogni allievo a sviluppare le proprie potenzialità, cercando di portarle all’eccellenza. Le donne e gli uomini di scuola consultati ci hanno quindi indicato la necessità di gruppi più omogenei all’interno dei laboratori in terza e quarta media, divisi per competenze affinché l’incontro tra docente e allievo – dove la scuola avviene realmente ogni giorno – possa dare risultati ancora migliori. Questo modello per volontà del Gran Consiglio è quindi divenuto parte integrante della doppia sperimentazione in votazione, per cui dopo tre anni torneremo in Gran Consiglio a discutere sulla base di una valutazione esterna e indipendente, la quale confronterà i due sistemi oltre al sistema attuale.

In attesa della votazione e della conseguente scelta di chi svolgerà l’analisi i criteri non possono già essere definiti, tuttavia non è difficile immaginare che tra quelli centrali vi saranno le competenze acquisite, le settimane progetto, il carico di lavoro per i docenti oppure ancora l’alternanza fra laboratori, atelier e ore con la classe intera. Sarebbe certamente utile se alla definizione dei criteri fossero coinvolti anche persone competenti che ora sono contrarie alla sperimentazione. Senza i necessari adattemi legislativi non vi potrà comunque essere alcun automatismo nell’estensione di un progetto di riforma di cui oggi ci limitiamo a votare la fase pilota.

Ad ogni modo quello posto in votazione è un progetto profondamente rivisto rispetto alla prima versione: l’approfondimento in ogni fase della consultazione ha infatti permesso che diversi correttivi fossero già integrati e altre proposte tralasciate. Eppure la quasi totalità delle critiche sono rimaste proprio lì, ad esempio per quanto concerne il passaggio al medio superiore, mentre altre sono proprio inventate, come l’abolizione delle note di cui ancora leggevo nei giorni scorsi.

Per migliorare la nostra scuola bisogna provare oggi le innovazioni necessarie, votiamo SÌ per il futuro del nostro Cantone!

Fabio Käppeli, deputato PLR e membro della Commissione speciale Scolastica