Sono almeno 380 le vittime del terremoto di magnitudo 7.5 e dello tsunami che ha causato in Indonesia, devastando la città di Palu, sull’isola di Sulawesi.
Palu, il luogo da cui si hanno più notizie, è una città popolata da 350mila persone e la situazione attualmente è caotica: diversi cadaveri sono ancora stesi in strada, gli ospedali sono pieni e fanno fatica a prestare soccorso a tutti i bisognosi.
L’isola di Sulawesi, dove si trovano le densamente popolate città Donggala e Palu, ha una popolazione di 16 milioni di persone ed è stata il luogo maggiormente colpito. Zona altamente turistica, l’isola ospitava al momento del disastro turisti e indigeni intenzionati a partecipare a un festival sulla spiaggia che sarebbe dovuto iniziare nella notte tra venerdì e sabato. Quando le onde alte 6 metri si sono abbattute sull’isola numerose persone si trovavano proprio sulle spiagge e nelle zone adiacenti ad esse.

Il bilancio già di per sé pesantissimo, rischia di salire nei prossimi giorni in quanto ad ora si contano 30 dispersi e circa 540 gravemente feriti. Oltre a questo, molti villaggi e città, tra cui Donggala, risultano al momento irraggiungibili per i soccorsi e sprovvisti di elettricità. “Non abbiamo notizie da lì, è estremamente preoccupante. Vi vivono oltre 300mila persone, questa è già una tragedia, ma potrebbe peggiorare molto” ha dichiarato il presidente Joko Widodo.

Moschee, centri commerciali e palazzi sono crollati a causa del forte terremoto che ha preceduto lo tsunami. Molti degli abitanti hanno cercato rifugio in luoghi sopraelevati quando è stato diramato l’allarme tsunami ma non tutti hanno fatto in tempo a salvarsi. La città è stata sommersa da un muro d’acqua che ha provocato centinaia di vittime e ha distrutto innumerevoli strutture (tra cui un importante ponte a Donggala), completando così il disastro incominciato dal terremoto.

Le forti scosse di terremoto si sono susseguite nelle isole indonesiana nel corso dell’ultimo mese ma quella di ieri è stata in assoluto la più intensa. Widodo ha annunciato che mobiliterà l’esercito per aiutare i sopravvissuti e raccogliere i cadaveri di coloro che non ce l’hanno fatta.
Attualmente l’aeroporto di Palu è chiuso e lo rimarrà ancora per molte ore.