Le squadre di soccorso continuano a cercare tra le macerie dopo il violento terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito l’arcipelago di Sulawesi e il successivo tsunami che ha devastato la città di Palu, capoluogo di provincia.

È una corsa contro il tempo per cercare altri sopravvissuti e la situazione a cinque giorni dal disastro continua ad essere drammatica. L’ufficio umanitario della Nazioni Unite ha dichiarato che i bisogni dei colpiti sono numerosi, con persone che chiedono urgentemente riparo, acqua pulita, cibo, carburante e cure mediche d’emergenza.  Gli aiuti umanitari e i servizi essenziali non hanno ancora raggiunto le zone più colpite fuori della città di Palu. Molte strade sono state interrotte dal violento scuotimento o sono bloccate da enormi quantità di detriti. Le comunicazioni sono limitate. Nella zona, l’acqua è il problema principale a causa dai danni provocati alle principali infrastrutture di approvvigionamento.

Il pesante bilancio ufficiale è salito ad oltre 1400 vittime, con migliaia di feriti e oltre 70 mila sfollati dalle loro case, ha riferito il portavoce dell’agenzia di disastri naturali Sutopo Purwo Nugroho. Le autorità indonesiane non stanno gestendo bene l’emergenza e soltanto ieri il presidente, Joko Widodo, ha fatto appello per l’aiuto internazionale. L’Organizzazione mondiale della sanità, sta avvertendo che la mancanza di ripari e strutture igienico-sanitarie potrebbe portare a epidemie di malattie infettive. Più di 25 paesi hanno offerto assistenza.Il Ministero degli affari sociali indonesiano ha chiesto all’UNICEF di inviare assistenti sociali nella zona colpita per sostenere i bambini soli o separati dalle loro famiglie.

Nel frattempo il vulcano Soputan, situato a circa 950 chilometri a nord-est della zona terremotata, ha eruttato questa mattina nella già devastata isola indonesiana, generando una colonna di fumo e ceneri di 6 mila metri. Gli esperti sospettano che il terremoto abbia innescato l’eruzione accelerando l’attività che era iniziata lo scorso agosto.

Inoltre, come se non bastasse, il terremoto ha scosso la terra satura sotto la città di Palu facendola fluire come un liquido. Ora la massa che si sposta rischia di peggiorare la situazione facendo crollare altri edifici. A causa di questa liquefazione del suolo sabbioso, un processo che si verifica quando il terreno si satura di acqua, fiumi di terreno stanno spazzando via interi quartieri.

Il capo dei militari, Hadi Tjahyanto, ha riferito che ogni camion di soccorso è vigilato da un soldato e un poliziotto contro gli atti di sciacallaggio, e che altri soldati verranno inviati per proteggere i mercati, l’aeroporto e i depositi di carburante e per mantenere l’ordine.
Un quadro totale della distruzione rimane ancora poco chiaro nonostante i giorni di intensi sforzi mirati ad aiutare le persone rimaste vive. L’Ufficio della Nazioni Unite afferma che potrebbero essere in tutto fino a 1.6 milioni le persone colpite dal sisma e dallo tsunami. Il Paese ha anche subito una serie di scosse di assestamento, alcune forti come quella di magnitudo 6 che ha colpito l’isola di Sumba a centinaia di chilometri di distanza provocando intensi disagi.

L’Indonesia è un vasto arcipelago abitato da 260 milioni di persone ed è frequentemente colpita dai terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami a causa della sua posizione sull’ ”Anello del fuoco”, una regione del Pacifico sismicamente instabile dove si trovano un arco di 120 vulcani attivi e linee di faglie. Nel dicembre 2004, un terremoto di magnitudo 9.1 al largo dell’isola di Sumatra, causò uno tsunami che provocò 230 mila morti in una decina di Paesi del sud-est asiatico.