Dopo tre mesi di latitanza, l’evaso più famoso della Francia è stato catturato mercoledì scorso grazie ad un blitz organizzato dalle teste di cuoio francesi a Creil, comune dell’Alta Francia nei pressi di Parigi.

Considerato il Re delle rapine, Redoine Faïd, 46 enne, è stato condannato ad aprile a 25 anni di carcere per il suo ruolo di organizzatore in un assalto fallito ad un furgone blindato nel 2010 che causò la morte della poliziotta Aurélie Fouquet. Il 1° luglio riuscì a fuggire in pochi minuti dalla prigione di Réau (Seine-et-Marne) aiutato da un commando armato di tre persone, i quali avevano precedentemente dirottato un elicottero sequestrando il pilota. L’elicottero era atterrato nel cortile della prigione che era priva di reti di protezione che servono a coprire tetti, terrazzi e ogni superficie a rischio. Una volta atterrati, hanno lanciato fumogeni oscurando le telecamere mentre due uomini del commando armati di kalashnikov tagliavano le griglie con una fresatrice facendo evacuare Faïd, in pochi istanti fatto salire a bordo dell’elicottero dove ad attenderli c’era il terzo complice che teneva sotto minaccia il pilota. Una volta in volo, l’elicottero è stato abbandonato su una strada provinciale, parzialmente incendiato, nelle vicinanze dell’aeroporto parigino Charles de Gaulle. Una scena che sembra ricordare le dinamiche di un film d’azione.

Il ministro della Giustizia, Nicole Belloubet, aveva riconosciuto a fine luglio “una serie di malfunzionamenti” nella prigione di Réau, annunciando una riorganizzazione dell’amministrazione di quel carcere che non fu abbastanza reattiva per impedire la fuga. Faïd era già fuggito dal carcere di Lille-Sequedin il 13 aprile 2013 in meno di mezz’ora facendo saltare 5 porte con l’esplosivo e prendendo 4 guardie in ostaggio come scudi umani. È stato poi catturato nella stanza di un piccolo albergo di Parigi.

Questa volta è stato trasferito in una vera fortezza sotto stretta sorveglianza. In isolamento, ammanettato e controllato in ogni suo movimento nel carcere Vendin-leViel (Pas-de-Calais). Considerata ultra sicura, con quattro torri di guardia e mura di dodici metri di altezza, questa prigione non soffre di sovraffollamento con tre carceri all’interno completamente sigillate le une dalle altre.
Misure severissime per scoraggiare il rapinatore da ogni accenno di una nuova fuga. Una squadra specifica si prenderà cura di lui in qualsiasi momento.
Secondo alcune fonti nell’ambiente della polizia, Faïd stava cercando di procurarsi armi e reclutare una squadra di professionisti per preparare una nuova rapina milionaria.

E dire che il criminale sognava di essere una star. Avrebbe potuto diventare un bravo attore dicevano. Bel sorriso, bella presenza, buona dizione, ha sempre saputo usare maschere, cambiare pelle, indossare parrucche. Insomma, adorava il cinema, logicamente film di gangster americani.
Un giorno disse che “Heat” è stato per lui una rivelazione: un film di Michael Mann che racconta uno scontro spietato tra il poliziotto Al Pacino e il gangster Robert de Niro sullo sfondo di un furgone blindato che stabiliva spartiti e tradimenti. “Michael Mann è stato il mio consulente tecnico, il mio mentore!”, dirà un fanatico Faïd durante un incontro alla cineteca francese nell’aprile 2009.

Per muoversi liberamente in strada durante la latitanza Faïd era nascosto sotto un burqa e questo ha sollevato nuovamente il dibattito sul divieto del velo integrale in Francia. Bruno Retailleau, presidente del gruppo dei repubblicani al senato, ha chiesto un inasprimento della legge dopo aver appreso del suo arresto. “Ciò significa che ci sono luoghi in Francia dove la legge sull’uso del velo integrale è così poco applicata o così intransigente che un uomo si sente al sicuro quando è coperto da un indumento del genere”, da detto il senatore.
In effetti il fuggiasco è riuscito a passare inosservato fino a quando si è rifugiato nella sua roccaforte familiare tenuta d’occhio dalla polizia in un appartamento nel dipartimento di Oise.