Dopo nove anni di costruzione e di varie polemiche, la Cina è pronta ad inaugurare l’Hong Kong-Zhuhai-Macau, il ponte marittimo più lungo del mondo con oltre 55 chilometri di lunghezza che collega due importanti territori cinesi, Hong Kong e Macao.
Mentre alcuni hanno criticato la struttura come uno spreco di soldi dei contribuenti, altri hanno apprezzato il collegamento che offre a 70 milioni di persone che abitano o lavorano nella regione nota come “Greater Bay Area”. Un’area commerciale e industriale che vanta una produzione economica di 1,5 trilioni di dollari, grande abbastanza da competere con la “Silicon Valley”.
I lavori sulla struttura, costata 20 miliardi di dollari, sono iniziati nel 2009 ma hanno subito un ritardo a causa di problemi di budget e di sicurezza. Lunga 20 volte il ponte californiano Golden Gate, ha battuto il record che in precedenza apparteneva al ponte della baia di Jiaozhou con i suoi 27 chilometri. È prevista inoltre la costruzione di un treno “proiettile” dal costo di 11 miliardi di dollari.
Il ponte è progettato per durare più di un secolo, con la capacità di resistere a forti tempeste e a terremoti superiori alla magnitudo dell’ottavo grado. Regge inoltre a venti superiori ai 340 chilometri orari, prova superata lo scorso settembre quando “Typhoon Mangkhut” ha attraversato Hong Kong distruggendo tetti, infrangendo finestre e facendo cadere alberi.
Composto da 420 mila tonnellate di acciaio, sufficienti per costruire 60 torri Eiffel, le torri del ponte sono ispirate ai nodi cinesi, al delfino bianco cinese e all’albero maestro di una barca, e le curve sono state progettate per assomigliare a un serpente.
Un tratto del ponte è costituito da un tunnel sottomarino di 6 chilometri che collega due isole artificiali che aiutano a sostenere l’intera struttura e consente contemporaneamente il passaggio delle grandi navi. La Greater Bay Area è una delle aree di spedizione marittima più trafficate al mondo con circa 4000 navi che transitano ogni giorno.
Diverse le polemiche. Alcuni hanno messo in dubbio la stabilità del ponte. Gli ambientalisti temono che la costruzione abbia minacciato l’allontanamento del delfino bianco cinese proprio nell’area in cui il Fiume delle “Perle” incontra il Mar Cinese Meridionale, un tempo era il santuario per la specie. Ma molti sostenitori lo promuovono come una meraviglia ingegneristica che aumenterà il business e ridurrà i tempi di viaggio. In effetti, il ponte ridurrà della metà i tempi di viaggio dei pendolari, circa 40 mila veicoli al giorno utilizzeranno la struttura, con in più un bus navetta ogni 10 minuti. Pedoni e conducenti che non avranno il permesso di attraversarlo, dovranno pagare un biglietto il cui prezzo varierà da 8 a 10 dollari. Oltre ai pendolari, gli esperti dicono che Hong Kong avrà un maggior flusso di turisti dalla Cina continentale.
L’opera, che ha causato nove morti e più di 200 lavoratori feriti durante la sua costruzione, ha un alto valore simbolico per la Cina. Serve a dimostrare le capacità costruttive ed economiche del paese e a riaffermare il controllo sull’isola di Hong Kong e sulla penisola di Kowloon. Agli abitanti di Hong Kong verrà concessa una licenza per attraversare il ponte in auto solo se soddisferanno criteri altamente selettivi, tra cui il rispetto di alcune posizioni del governo continentale e contributi importanti a enti di beneficienza nella provincia cinese meridionale del Guangdong.
Nota curiosa è il fatto che le persone di Hong Kong e di Macao guidano sul lato sinistro della strada, mentre quelle della Cina continentale guidano sulla destra. Quindi il ponte include un punto di unione designato, in cui le auto possono passare al lato appropriato della strada.
Un altro aspetto è che vengono monitorate le condizioni fisiche dei conducenti di autobus con speciali telecamere che inviano un “avviso” se un conducente sbadiglia più di tre volte in 20 secondi.
Tecnologia cinese ovviamente.