Stefano Piazza è un opinionista – esperto in geopolitica, strategia, servizi segreti, ecc, – al quale il Corriere concede largo spazio. Non poteva mancare un suo cospicuo articolo sul brutale assassinio di Jamal Khashoggi, apparso oggi. Debbo confessare che l’ho trovato molto interessante, per l’evidente competenza dell’Autore in materia e per certi assaggi d’informazione “insider”, come piccoli lampi nell’oscurità.

Fonte: Wiki commons

La tesi di Piazza (ma più che una tesi è una domanda) suona così (la riprendo dal mio stesso titolo): “Perché il principe MBS doveva farsi male da solo?

S.P.“Perché un principe in ascesa come MBS, erede al trono designato non senza traumi e spaccature interne, un uomo che gode del sostegno degli USA e di altri attori regionali, dovrebbe infilarsi in una vicenda dalla quale può solo ricevere discredito, sanzioni e isolamento internazionale? Perché mandare in fumo il piano «Vision 2030» da lui fortemente voluto, un progetto gigantesco fatto di investimenti economici che punta a modernizzare l’Arabia Saudita e per il quale sono necessari capitali stranieri? Per un oppositore seppur di prestigio che scrive sul «Washington Post»?” (citazione)

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Fonte: Wikipedia

Stefano Piazza sa e scrive, e senza dubbio il suo articolo sarà stato stra-letto. Lo merita. Io, che le cose non le so, sono costretto ad arrovellarmi e a indovinare.

Parecchi giorni or sono mi sono posto la “Madre di tutte le domande”, che è la seguente:

“Quali domande vengono spontaneamente allo spirito nel caso Khashoggi?”. Ci ho pensato anche di notte e ve ne annoto cinque..

  1. Perché Khashoggi, che sapeva di avere un nemico implacabile e potente, è entrato nel consolato saudita, compiendo un gesto che potrebbe essere definito suicida?
  2. Come potevano sperare gli assassini di farla franca, uccidendo un giornalista internazionalmente noto all’interno di una sede diplomatica, con la fidanzata che aspettava fuori?
  3. Come avrebbero osato dei subordinati (anche di alto livello) compiere un gesto così grave senza un ordine decisivo del capo?
  4. È possibile immaginare che il principe abbia perso temporaneamente la capacità di misurare le conseguenze delle sue azioni?
  5. Il più soddisfatto di tutti sembra Erdogan. che conduce il gioco. Egli è in possesso, se non di tutti, di una enorme quantità di elementi e di prove. Le può mostrare progressivamente, come vuole e quando vuole, e le può dosare. Può sbugiardare a raffica i sauditi. Che cosa sta combinando Ergogan?

Le risposte a queste brucianti domande io non le scrivo adesso. Le scriverò quando le avrò, o forse mai. Per ora ascoltatemi bene. Quando dice: “qualcosa non torna” Stefano Piazza ha ragione.