Un aereo passeggeri della compagnia low cost indonesiana Lion Air è precipitato in mare dopo pochi minuti dal decollo.
Il velivolo era partito da Giacarta e stava portando 189 persone a Pangkal Pinang, nell’isola di Sumatra. Il contatto con l’aereo è stato perso a circa 13 minuti dalla partenza, subito dopo che il pilota aveva richiesto di tornare in aeroporto a causa di un guasto tecnico. Secondo la compagnia il velivolo aveva già presentato qualche problema ma che erano stati risolti prima della partenza. Si trattava infatti di un Boeing 737 Max 8 nuovo, con sole 800 ore di volo e secondo l’amministratore delegato della Lion Air, Edward Sirat, anche il pilota aveva seguito perfettamente il protocollo: “l nostro pilota ha operato secondo le procedure e quando ha visto un problema ha chiesto di tornare alla base, ma sappiamo come è finita” ha dichiarato l’uomo.
Stando alle dichiarazioni dei soccorritori nessuno dei 181 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio è riuscito a sopravvivere allo schianto. Tra le vittime c’è anche Andrea Manfredi, un giovane italiano con un passato da ciclista professionista. Nel 2013 aveva gareggiato con la Ceramica Flaminia e aveva proseguito la sua carriera creando l’azienda Sportek. Sull’aereo si trovavano anche un neonato e due bambini, deceduti anche loro.
Quello di oggi è il disastro aereo indonesiano peggiore dal 2014 quando 162 persone sono morte in seguito allo schianto del volo AirAsia che andava da Surabaya a Singapore. Ci sono stati non pochi dubbi sulla sicurezza delle compagnie indonesiane e a partire dal 2007 i loro voli erano stati banditi dalle rotte verso l’Europa. Le restrizioni sono durate per un periodo prolungato ma nel giro di circa 10 anni a molte compagnie era stato nuovamente permesso di operare in Europa. Pochi mesi fa il divieto era stato definitivamente revocato.
Il presidente indonesiano Joko Widodo ha ordinato un’inchiesta per chiarire le dinamiche del tragico incidente. Ha inoltre espresso le sue condoglianze alle famiglie di tutte le vittime e ha assicurato che il governo è impegnato nel recupero dei corpi.