Riceviamo e con piacere pubblichiamo questo contributo dell’onorevole Franco Celio, granconsigliere PLR in carica.

È un testo meritevole e coraggioso, che contrasta con la campagna di autentico “lavaggio del cervello” in atto da settimane e da mesi. La nostra Costituzione è un valore sicuro e la sua preminenza non nega né indebolisce i diritti dell’uomo.

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Se ci si dà la pena di leggere la moltitudine di appelli e di scritti prodotti a raffica, in queste settimane, dalle “quadrate legioni” degli avversari dell’iniziativa popolare per l’autodeterminazione, si giunge alla conclusione che la Costituzione federale sarebbe da rottamare, o comunque da riporre tra i “ferri vecchi”. A tutela dei nostri diritti sembra esista ormai solo la reverenda CEDU (Convenzione europea dei diritti umani), coi suoi giudici “non stranieri” di Strasburgo.

Eh sì che la in tal modo bistrattata Costituzione enuncia, sotto il Titolo Secondo (art. 7 e seguenti) tutta una serie di diritti a garanzia del cittadino. Spazia infatti dalla dignità umana all’uguaglianza giuridica, dalla protezione dall’arbitrio a quella dei fanciulli e degli adolescenti, passando per tutta una serie di libertà (personale, di credo, di lingua, di stampa, di associazione, di domicilio, ecc.). Eppure sembra che per i sullodati benpensanti tutte queste garanzie non contino un fico secco, come se la Costituzione federale fosse semplice carta straccia.

Di fronte ad un così massiccio martellamento, come quello messo in atto da persone e gruppi solitamente considerati fonte di verità che invitano a gran voce ad affossare in toto la vituperata iniziativa, è naturalmente difficile che il cittadino medio possa sottrarsi alla tentazione di seguire l’onda. Se qualcuno resistesse, credo farebbe però bene a chiedere ai sullodati produttori di appelli di fornire un elenco preciso dei casi in cui i giudici “non stranieri” di Strasburgo hanno annullato sentenze di giudici svizzeri. Così da potersi fare un’idea se valga davvero la pena di rottamare la nostra sovranità nazionale, ora da taluni deprecata e ritenuta superflua.

Forse ha ragione la deputata grigionese Nicoletta Noi-Togni: nulla ci assicura che i giudici svizzeri non possano sbagliare, ma nulla ci assicura neppure che le sentenze di Strasburgo siano per forza migliori!

Franco Celio, Ambrì