Ogni anno vengono allevati e macellati 70 miliardi di animali. L’allevamento intensivo riversa nel Pianeta il 15% delle emissioni totali dei gas serra globali, secondo i dati della FAO. secondo i dati attuali dovremmo ridurre almeno l’80% delle attuali emissioni da qui al 2050, per sfuggire al rischio dell’aumento, in cinquant’anni, della temeperatura dai 2 ai 12 gradi. Il dissodamento delle foreste per coltivare piante e allevare animali riduce le fonti vitali di carbonio e libera i gas precedentemente immagazzinati. L’allevamento intensivo produce inoltre il 37% del metano e il 65% del protossido di azoto mondiali, che uniti al disossido di carbonio sono la principale causa di danno per il pianeta. Riducendo il consumo di carne del 50% si ridurrebbero – solo nell’UE – le emissioni del 25-40%. sarà necessario farlo. Ma per farlo non sarà necessario abbandonare la carne.

L’orrore di un allevamento

Gli Stati Uniti, infatti, hanno dato il via libera alla carne sintetica, ottenuta da colture cellulari. Il dipartimento per l’agricoltura statunitense, (Usda) e quello per il cibo e le medicine (Fda) in un comunicato stampa hanno annunciato il via libero legislativo alla procedura di produrre carne sintetica senza l’uccisione di animali, con le dovute clausole mediche e legislative.

eticamente buona. Carne sintetica prodotta in vitro con cellule animali.

Dal 2013, quando il ricercatore olandese Mark Post servì ai giornalisti il primo hamburger sintetico, al 2020, quando la carne sintetica debutterà sul mercato a larga scala. L’Fda si occuperà della raccolta e conservazione delle cellule, l’Usda della produzione e dell’etichettatura dei prodotti.

la carne sintetica sarà carne a tutti gli effetti (di anatra, maiale, pollo e così via), pur senza esser mai appartenuta ad un animale vivo.

Coldiretti e Assocarni si dichiarano contrari: il primo smentisce che gli allevamenti intensivi causino la maggior parte delle emissioni globali (solo il 20%, dice, mentre il resto è causato dai trasporti e dal mantenimento energetico degli animali in stalla), il secondo, invece, attacca “gli additivi chimici e i coloranti che sarebbero immessi nell’hamburger artificiale.” Una contraddizione, quest’ultima, poiché sarebbe assurdo ostinarsi a credere che il rosso della carne sia naturale e non un colorante chimico aggiunto, così come tutto il procedimento di conservazione della stessa.

C F

 

Fonti: www.ciwf.it sky Tg24, Targatocn.it.