…di ieri e di oggi, le pubblicità che mostrano la donna come oggetto,

schiava degli altri e di se stessa.

Prive di un’identità. Così appaiono le donne nelle peggiori pubblicità sessiste di sempre. Da Dolce e Gabbana a Calvin Klein, a volgari annunci di montaggio di fotovoltaici o lubrificanti per automobili. No, quella di Philippe Pen, con la donna sgozzata per il black friday uscita proprio nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, non è stata l’unica pubblicità a fare “scandalo”. In molti altri marchi la donna è usata come merce, e questo è il messaggio che si vuole far passare. A non passare direttamente è tuttavia il messaggio recondito, quello che la casa produttrice della pubblicità spera che sì passi, ma inosservato: il voler far parlare di sé.

Calvin Klein Jeans. Uno stupro di gruppo?
una donna in atteggiamento equivoco per pubblicizzare dei trasporti. Il senso?
sessismo di ieri, e di oggi. La donna va “domata”?
Dolce e Gabbana. Uno stupro di gruppo?
duncan quinn. Una donna presa a sprangate?
Dolce e Gabbana ci riprova, con le allusioni sessuali di cattivo gusto. Una ragazza cinese mangia un cannolo siciliano con le bacchette. La voce fuori campo dice “troppo grande per te?”
Relish, questa il messaggio è una molestia sessuale.
E via con la violenza.
Da ieri a oggi.