Un incidente avvenuto nel Mar nero ha riacceso la scintilla della guerra tra Russia e Ucraina. La scorsa domenica alcuni vascelli della Marina russa e quella ucraina si sarebbero scontrati a causa del tentativo degli ucraini di attraversare lo stretto di Kerch, tratto di mare che separa la Crimea dalla Russia e permette l’accesso al Mare di Azov. Per impedire alle navi ucraine di proseguire i russi hanno aperto il fuoco e in seguito requisito i vascelli. Diversi sono i militari ucraini feriti durante l’operazione, 24 di loro sono stati arrestati e condannati a due mesi di prigione da un tribunale della Crimea.

I due paesi sono in disaccordo su quanto realmente accaduto: se Kiev afferma che le navi avessero permesso regolare di attraversare lo stretto, Mosca nega e sostiene che è stato un vero e proprio tentativo di invasione ed attacco.

Il Mare di Azov e lo stretto di Kerch sono da tempo oggetto di disputa tra i due paesi e l’incidente della scorsa settimana ha incrinato ulteriormente i rapporti. Mosca tuttavia ha specificato fin da subito che non intende tollerare interventi nella faccenda da parte di Bruxelles. Il ministro degli esteri Sergei Lavrov, in visita a Parigi, ha sottolineato come la Russia non abbia “alcun bisogno di intermediari”. “Penso che questa situazione sia di carattere puramente pratico” ha spiegato Lavrov “Se la parte ucraina, come pure i suoi partner in Europa, sono interessati a che tali incidenti non si ripetano più, è necessario in primo luogo inviare un segnale chiaro a Kiev e non a noi, in modo che tali provocazioni non siano già consentite”.

Sulla questione della crisi più recente tuttavia sono intervenute anche le Nazioni Unite. Sottolineando ancora una volta che la sovranità ucraina deve essere rispettata pienamente, il segretario generale Antonio Guterres ha invitato entrambe le parti a “usare la massima moderazione e ad adottare immediatamente passi per contenere l’incidente e ridurre le tensioni attraverso tutti i mezzi pacifici a disposizione, in linea con la Carta delle Nazioni Unite”.

La situazione invece sembra più che altro precipitare: mercoledì il presidente ucraino Petro Poroshenko ha annunciato l’entrata in vigore in tutto il paese delle leggi marziali, secondo lui per prevenire la formazione di “eserciti privati” fedeli a Mosca potenzialmente pericolosi per il governo. La legge avrà validità di 30 giorni e secondo il presidente risponde alla minaccia di “una guerra su vasta scala con la Federazione Russa”. Secondo diversi analisti tuttavia le probabilità che una guerra si scateni veramente sono  molto scarse.

Intanto arrivano anche le prime reazioni da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Doveva incontrare il presidente russo Vladimir Putin per un colloquio sabato prossimo, in occasione del G20 di Buenos Aires. Trump tuttavia ha preferito cancellare l’incontro: “Visto che le navi e i marinai non sono stati restituiti all’Ucraina dalla Russia, ho deciso che sarebbe meglio per tutte le parti coinvolte  cancellare il mio incontro precedentemente fissato in Argentina con il presidente Vladimir Putin. Sarò felice di avere nuovamente un significativo Summit una volta che la situazione sarà risolta” ha twittato il presidente.

Il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha dichiarato che il Cremlino non ha avuto alcuna notizia ufficiale in merito all’incontro e ha appreso dell’annullamento dello stesso solo tramite Twitter.