Meng Wanzhou, 46enne nota anche con il nome di Sabrina Meng, vice presidente e amministratore delegato del gigante tecnologico cinese Huawei è stata arrestata il 1° dicembre scorso in Canada a Vancouver mentre era in transito all’aeroporto internazionale. Dovrà affrontare l’estradizione negli Stati Uniti, per un mandato internazionale emesso su di lei con accuse ancora sconosciute. È previsto che compaia in udienza oggi in tribunale per fissare la cauzione. Negli USA invece è in corso un’indagine per accertare se Huawei abbia violato le sanzioni americane all’Iran.

Meng Wanzhou è la figlia del fondatore della società, Mr. Ren Zhengfei. I funzionari cinesi hanno espresso la propria indignazione per l’arresto avvenuto tramite l’ambasciata cinese a Ottawa, accusando sia il Canada che gli Stati Uniti di aver gravemente violato i diritti umani della signora Meng, la quale non avrebbe violato alcuna legge americana o canadese. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang, ha detto che seguirà da vicino lo sviluppo di questa vicenda e che prenderà tutte le misure per proteggere la cittadina cinese. Ha inoltre chiesto ai funzionari canadesi di rivelare il motivo dell’arresto, ma la Corte suprema del British Columbia ha emesso il divieto di fornire e pubblicare dettagli.

Secondo la legge sull’estradizione, una persona deve essere accusata di un reato considerato criminale sia in Canada che nel paese richiedente l’estradizione. Il ministro della giustizia canadese, Jody Wilson-Raybould, deve concedere l’approvazione affinché il processo di estradizione prosegua. Se approverà, il tribunale canadese dovrà determinare se ci sono prove sufficienti per giustificare l’estradizione. Meng Wanzhou potrebbe quindi appellarsi alla decisione della commissione e chiedere una revisione giudiziaria.

L’arresto ha provocato una massiccia caduta del Dow Jones, e conferma che le tensioni tra Stati Uniti e Cina non saranno risolte in tempi brevi. Huawei Technologies, fondata a Shenzhen nel 1987, non è una qualsiasi azienda cinese. Realizza telefoni cellulari e una vasta gamma di altri prodotti tecnologici che vengono utilizzati negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Di recente è diventata la seconda produttrice mondiale di telefoni cellulari per quota di mercato dopo Samsung. Come paragone per capire la gravità della faccenda, si può pensare a cosa sarebbe accaduto se il governo cinese avesse arrestato il CEO di Apple e l’avesse estradato, e che magari fosse stato anche il figlio di Steve Jobs. I timori sull’economia mondiale sono fondati.

Secondo le accuse provenienti dal distretto orientale di New York, la società avrebbe spedito prodotti fabbricati negli Stati Uniti in Iran e altri paesi soggetti a sanzioni da parte degli USA. Nel 2013 Meng faceva parte del board di Skycom Tech, una società con sede a Hong Kong, che tentava di vendere apparecchiature informatiche soggette ad embargo alla Mobile Telecommunication Co. dell’Iran in violazione delle sanzioni commerciali.

Secondo il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, l’arresto è stato chiesto come parte delle indagini iniziate ad aprile e ancora in corso. Inoltre con lo sviluppo della nuova tecnologia 5G, i funzionari americani hanno avvertito dei potenziali rischi per la sicurezza nazionale derivanti dall’utilizzo dei prodotti Huawei. Gli Stati Uniti temono che il governo cinese possa utilizzare la tecnologia di rete Huawei per spiare gli americani.

L’arresto di Meng arriva meno di due mesi dopo che i legislatori statunitensi hanno inviato al premier canadese Justin Trudeau una lettera che esorta il Canada a vietare apparecchiature elettroniche di Huawei dalle reti wireless canadesi. “Ci sono ampie prove che suggeriscono che nessuna grande compagnia cinese è indipendente dal governo cinese e dal partito comunista”, hanno dichiarato alcuni senatori americani.

“Se fossi un manager di una società americana hi-tech, non viaggerei in Cina questa settimana”, ha detto l’ex funzionario del dipartimento del commercio americano James Lewis, dopo l’arresto in Canada di Meng. Huawei è una delle società che sta più a cuore al governo cinese, e potrebbero vendicarsi prendendo in ostaggio manager americani.