Da più parti sento dire che i nostri giovani nel corso della propria vita professionale dovranno cambiare più lavori o, addirittura, svolgere un’attività che attualmente non esiste. Non è una novità: già oggi vediamo fior fiore di professionisti sciorinare numerose quanto diversificate occupazioni svolte per campare, oppure madri ricostruirsi e aggiornare qualifiche e obiettivi per poter rientrare nel mondo del lavoro dopo la maternità. Da insegnante mi si stringe il cuore pensare a quei giovani delusi dal proprio iter scolastico che, per mancanza di entusiasmo e motivazione, interrompono il loro curricolo formativo o si accontentano di percorsi più modesti rispetto alle loro effettive capacità. Che sia il liceo, la scuola media, l’università o l’apprendistato: ognuno deve poter scegliere con serenità la propria strada, affinché i migliori cervelli non vengano sprecati altrove. Alla politica ticinese tocca quindi il compito di assicurare strutture e curricoli innovativi, adeguati ai tempi moderni.

La legislatura cantonale che partirà il 7 aprile dovrà dunque tenere tra le priorità della sua agenda politica la Scuola, con la S maiuscola. Inciampati in ostacoli diversi e svaniti progetti come “La scuola che verrà” (sul quale siamo andati a votare lo scorso 23 settembre) e la “Città dei mestieri” di Giubiasco (da insediare nel discusso stabile eVita), non possiamo esimerci dal progettare opere da realizzare in tempi ragionevoli e nell’interesse dei giovani in formazione. Certo non tutto si può liberamente fare e disfare a livello cantonale: della scuola e della formazione in genere si occupano le Autorità e l’Amministrazione federali, la Conferenza dei direttori cantonali dell’educazione, le Autorità e l’Amministrazione cantonali, oltre ai Municipi, ai Consigli comunali con tutto il loro corollario di commissioni. La prima cosa che deve funzionare però è il coordinamento tra tutte queste istanze: è opportuno che tutti remino nella stessa direzione e con il comune obiettivo di preparare al meglio i giovani alla loro vita professionale. Il tutto evidentemente evitando di alimentare la già folta schiera di disoccupati, creando invece professionisti ricercati sul mercato del lavoro.

Ma soprattutto ai giovani di oggi servirà una preparazione tale che consenta loro di orientarsi e di affrontare i cambiamenti nella professione così come nella società, in modo da non arrivare in ritardo all’appuntamento con il proprio avvenire. Quindi, costruiamo una scuola per i nostri giovani e non per piccole quanto insidiose battaglie politiche!

Lelia Guscio, Consigliera comunale a Bellinzona e deputata al Gran Consiglio Lega dei Ticinesi