Tempo di bilanci. Chi più e chi meno ogni fine anno, si trova chiamato a tirar le somme dell’anno trascorso e guardare al futuro prossimo che sta per affacciarsi.

Così come nelle famiglie, per l’economia in generale anche la politica ha il dovere di riflettere su quanto è successo e progettare e pianificare il dopo che verrà.

Durante il 2018 nel Ticino politico è successo di tutto e di più. A galla sono emersi problemi che onestamente non avremmo voluto e dovuto avere. Ma alle porte delle feste di Natale è meglio “congelarle” (ma non dimenticarle !) per non deprimere ulteriormente l’umore e l’ambiente che questa celebrazione infonde nei cuori di tutti noi. Meglio auspicare una tregua natalizia e una pausa di riflessione per tutta la politica ticinese.

È fuori dubbio che questo Ticino però stia soffrendo e molte volte in silenzio. Cittadini che sempre più si sentono schiacciati da innumerevoli problemi quotidiani. Dalla disoccupazione, al carovita (sottintesa l’economia domestica per far quadrare i conti delle famiglie) a coloro che si trovano nella bruttissima situazione dell’assistenza e altri che con le loro imprese, medie e piccole, devono confrontarsi sempre più con una concorrenza spietata dall’estero e sotto pressione nel far quadrare i conti aziendali. Economia che regge in grossa parte le finanze e il benessere del Cantone, permettendo d’aver i soldi per i servizi e gli investimenti pubblici e ovviamente anche al welfare.

Dai banchi del Parlamento, osservatorio d’eccellenza, per captare queste dinamiche, volente o nolente lo vediamo e sentiamo ancor di più il malessere che negli anni è venuto a galla nel nostro territorio. Un malessere derivante da molte dinamiche, oramai consolidate nella nostra quotidianità.

La popolazione ha tutti i diritti di chiederci, come politici, soluzioni, ma è altrettanto vero che non sempre, ahimè, le forze politiche si uniscono per lo scopo comune di risolvere ciò che, onestamente, è risolvibile. Di certo non sarà nei prossimi mesi prima delle elezioni che vi saranno “miracoli”, perché come tradizione, terminate le tradizionali “feste tregua natalizie”, inizieranno, dal sette gennaio, le lotte dei lunghi coltelli.

I partiti si mostreranno come i paladini delle uniche verità e soluzioni e così faranno i candidati con ricette magiche e uniche per salvare il “mondo”. Ma è normale, la caccia al voto è iniziata e senza esclusioni di colpi. Diremo, tutto normale sì, oramai siamo abituati a questa tradizione, ma intanto perderemo un trimestre fondamentale per le sfide dure e crude che abbiamo sul tavolo da troppo tempo oramai.

I problemi non chiedono tregua, ma la politica ogni quattro anni si. Saranno tre mesi di attacchi e contrattacchi su tutti i fronti, senza far prigionieri e questo non fa bene al Paese, ma la tradizione elettorale lo applaude. Peccato perché i veri problemi delle nostre cittadine e cittadini sono sotto gli occhi di tutti e perdere un trimestre, significa allungare un’agonia spietata che perdura.

Non voglio pretendere di suggerire cosa fare agli altri, ma all’interno del nostro gruppo parlamentare in scadenza anch’esso di mandato e rinnovo, siamo pienamente coscienti che fino al 14 marzo (ultima seduta di GC e di legislatura) porteremo, come fino ad oggi, avanti le nostre idee, proposte di soluzioni e suggerimenti al Paese, per il tramite del Governo e del Parlamento, come se fosse il primo giorno di scuola.

Di certo non ci rilasseremo o perderemo energie per dedicarci al “tiro al piccione” interpartitico. A cuore abbiamo e avremo i temi caldi che questo Canton Ticino deve e dovrà affrontare. Mi auguro che in futuro e con il rinnovo dei poteri cantonali, si cambi marcia e si affrontino diversamente le problematiche sempre più pressanti sulle spalle di tutti noi.

Abbiamo da affrontare molti incarti tra cui una versione differente della scuola che vorremmo in futuro, un miglioramento e stabilità delle finanze, un contenimento della spesa pubblica la situazione sanitaria e territoriale (mobilità) senza dimenticare la sicurezza ai cittadini, sia fisica che materiale.

Da parte mia sono pronto a raccogliere questa sfida e rimettermi a disposizione ad aprile, promettendo ai cittadini che fino a fine di questo mandato non devierò il mio piccolo contributo ed impegno in Gran Consiglio per dedicarmi a scannarmi nell’arena elettorale.

Il focus rimane e resta sempre il cittadino ticinese per me e non le bagarre elettorali da bettola. Son fatto cosi e non posso farci nulla.

Merry Christmas a tutti voi

Tiziano Galeazzi, deputato UDC in Gran Consiglio