Abderrazak Zorgui, un giovane reporter tunisino che lavorava alla Telvza TV è morto ieri dandosi fuoco in piazza dei Martiri a Kasserine. L’uomo è morto in ospedale poche ore dopo. Un gesto estremo di protesta il suo che ha annunciato con un video postato su Facebook poco prima di darsi fuoco.

Zorgui, con il suo gesto, voleva spingere i disoccupati di Kasserine a scendere in piazza e reclamare i propri diritti, denunciando la situazione in cui versano: precarietà sociale ed economica, marginalizzazione e promesse non mantenute di un futuro migliore per i giovani. La disoccupazione giovanile si aggira tuttora attorno al 30%.

Il suo gesto drammatico ha dato il via ad una serie di disordini e proteste che sono state sedate dalla polizia con i gas lacrimogeni. I manifestanti si sono placati solo in serata.

Non è la prima volta che una tragedia del genere sconvolge il Paese: nel 2010 un venditore ambulante di nome Mohamed Bouazizi si era dato fuoco per protestare contro il sequestro della sua merce da parte delle autorità. La sua morte aveva scatenato una serie di manifestazioni violente che portarono a alla cosiddetta ‘Rivoluzione dei gelsomini” e costrinsero l’allora presidente Ben Ali a scappare dal paese.

Il suicidio di Abderrazak Zorgui ha portato il sindacato dei giornalisti tunisini (SNJT) a indire un possibile sciopero della categoria. Nel comunicato il sindacato sostiene che lo Stato ha contribuito a “diffondere la corruzione e il denaro sospetto nel settore dei media assoggettandoli ad alcuni interessi”. Inoltre lo stato avrebbe anche fallito a controllare i media e la loro conformità costringendo i giornalisti ad una situazione difficile.

Nonostante la rivoluzione c’è ancora molto disagio sociale ed economico nel paese, specialmente nelle zone marginalizzate come Kasserine.