Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Come è noto contro la “semaforizzazione del Piano” è stato lanciato il referendum. La raccolta delle firme è in corso. L’azione è capitanata dal deputato PPD Marco Passalia.
Sulla materia Ticinolive non prende posizione ma seguirà la vicenda e ospiterà contributi.
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1) Spreco di soldi pubblici: perché oggi ci troviamo ad investire 3,3 mio di franchi per dei semafori intelligenti quando fino a pochi anni fa gli esperti di riferimento davano quale soluzione ottimale per quella tratta la costruzione di rotonde? Stiamo parlando di ben ben 6 rotonde per un costo di oltre 10 milioni di franchi. Ora invece, senza che i parametri abbiano subito sostanziali modifiche – se non un ulteriore aumento dei veicoli in transito – sembrerebbero ritornare di moda i semafori, un tempo demonizzati in quanto causa di lunghe attese.
2) Più incidenti con i semafori rispetto alle rotonde: nel rapporto MEVISA dell’Ufficio prevenzione infortuni (UPI), le rotonde figurano, con le zone 30, zone incontro, corsie ciclabili e i limiti di velocità, tra le misure più usate e utili per migliorare la sicurezza stradale. Innumerevoli studi e verifiche effettuati da diversi ricercatori, in diversi Stati che hanno paragonato l’incidentalità nelle rotatorie con l’incidentalità degli incroci da queste rimpiazzate, ne cito solo alcuni. Uno studio del 2001 dell’IIHS americano «Insurance Institute for Highway Safety» ha documentato che nelle rotatorie avvengono 80% incidenti in meno rispetto ai tradizionali incroci con semafori. Il Canton Turgovia già nel 2008 ha pubblicato un’analisi su un campione di 6 rotatorie registrando una diminuzione di due terzi e in caso del 100% di incidenti. La provincia di Treviso ha registrato un dimezzamento dei decessi. Se ancora non bastasse si tenga presente che su quella strada un paio di chilometri più a est presso lo svincolo di Camorino abbiamo già un incrocio semaforizzato, classificato dall’USTRA come un HOT SPOT nazionale per livello di incidenti.
3) Le parole non dette: perché il Cantone non ha mai parlato con l’Ufficio federale delle strade (USTRA) di questo progetto di semaforizzazione quando è risaputo che proprio l’USTRA diventerà proprieterio di questa strada dal 1. Gennaio 2020? Il mancato coinvolgimento se non sospetto è quanto meno strano. Voci di corridoio dicono che questa misura sarebbe una buona giustificazione per l’USTRA per ritardare ulteriormente la realizzazione del collegamento veloce.
4) La soluzione stradale definitiva: l’unica vera soluzione non sono né i semafori né le rotonde, ma semmai il collegamento veloce. La politica cantonale al posto di perdere tempo e sprecare risorse dovrebbe concentrare le forze – anche grazie alla Deputazione ticinese a Berna – per velocizzare i tempi di realizzazione del collegamento A2-A13.
5) Il trasporto pubblico: se per il collegamento stradale veloce si parla di 2030, l’alternativa ferroviaria sarà in funzione a partire del dicembre 2020. Infatti, con l’apertura della galleria di base del Ceneri saranno dimezzati i tempi di percorrenza tra il Sopra- ed il Sottoceneri. Come riferisce lo stesso Governo ticinese si prevede un raddoppio di passeggeri tra Bellinzona e Locarno (da 4’000 a ca. 8’000 utenti/giorno) e un quadruplicamento della domanda per le relazioni tra il Locarnese ed il Sottoceneri (da 1’400 a ca. 6’000 utenti al giorno). Che vuole dire dagli attuali 6’000 si passerà a 14’000 pendolari al giorno sul TILO e conseguente diminuzione del traffico stradale.
6) Cifre farlocche: secondo il Governo – citiamo – “il traffico aumenta inesorabilmente (2.8% annuo dal 2011 al 2013), fino a raggiungere la saturazione.” Quando in realtà (Statistiche traffico TI): dal 2011 al 2017 c’è stato un aumento di 1.65 %, media 0.27%/anno, quasi un decimo di quanto esposto!
7) Più traffico sull’altro lato del Piano di Magadino: crea grande preoccupazione il rischio concreto di un inevitabile cambio d’abitudine di una buona parte degli automobilisti: infatti, alla luce di questi nuovi “dosatori di traffico”, gli automobilisti, proveranno l’alternativa, ovvero la tratta parallela sull’altro lato del Piano di Magadino, che come sappiamo è già abbondantemente collassata.
8) Maggiori disagi per la popolazione locale: nel migliore degli scenari sarà soprattutto la popolazione locale a pagar dazio visto che saranno sistematicamente incolonnati a causa dei semafori. Curioso, tra l’altro, che le principali aziende e commerci della zona non siano nemmeno state interpellate. Certo, non c’è un obbligo ma è verosimilmente utile per convenire soluzioni condivise che spostano l’attenzione anche sul traffico lento e sul trasporto pubblico.
9) Test con semafori provvisori: molti cittadini si chiedono perché nessuno ha pensato di fare dei test con dei semafori provvisori in modo da comprovare che le ipotesi dimostrate con dei modelli di traffico siano reali. Sarebbe un modo poco oneroso per evitare un inutile investimento di 3.3 milioni di franchi.
10) Tempi di reazione al semaforo: a proposito di buon senso, quante volte si rimane fermi al semaforo perché il conducente dell’auto è intento a telefonare, a discutere con gli altri passeggeri oppure semplicemente ha la testa tra le nuvole? Ciò non può succedere con le rotonde che portano gli automobilisti ad essere più attenti.
A nome del Comitato
BASTA SPRECHI: NO AI SEMAFORI SUL PIANO DI MAGADINO
Marco Passalia, deputato PPD, Ascona