Questo portale, comprensibilmente, non è favorevole al brigatista Lojacono, e neppure ai suoi complici, di là o di qua dalla ramina.
Per “par condicio” pubblichiamo il seguente testo (dal Mattino odierno), che presenta con parole moderate la posizione comunista sul caso e che proponiamo all’apprezzamento libero e ragionato del lettore.
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Sarebbe utile poter parlare finalmente con un certo distacco del tragico periodo degli anni di piombo, senza fanatismi e senza paraocchi ideologici: in quegli anni a insanguinare l’Italia non c’erano infatti solo i criminali delle Brigate Rosse ma anche le stragi di Stato (tuttora irrisolte) e il terrorismo nero di marca fascista tutelato dall’omertà della polizia. Il governo italiano odierno non sta facendo nulla per rimpatriare e assicurare alla giustizia numerosi terroristi di estrema destra latitanti. Alvaro Baragiola pare partecipò ai fatti che portarono al rapimento di Aldo Moro, contribuendo così a distruggere la strategia unitaria, democratica e progressiva di Enrico Berlinguer e del Partito Comunista Italiano di allora. Le Brigate Rosse furono un’organizzazione terroristica che uccise, non lo si dimentichi mai, anche sindacalisti e comunisti come Guido Rossa. Lo dico perché unire il pensiero comunista al terrorismo non trova riscontro né politico né storico! Ciò detto Alvaro Baragiola è cittadino svizzero e non più cittadino italiano, inoltre ha già espiato una pena in carcere, la procedura per la pena in contumacia peraltro è già stata archiviata dalla giustizia elvetica e il nostro sistema giudiziario non prevede l’estradizione retroattiva: quindi, non per simpatia, ma per rispetto alla nostra cultura giuridica e della nostra sovranità nazionale, non riterrei opportuno estradarlo in Italia.
Massimiliano Ay, deputato del Partito comunista