Il sostegno del vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio per il movimento di protesta francese “Giubbotti Gialli”, espresso nell’incontro avvenuto pochi giorni fa, nel quale esortava a tenere duro la fazione più estremista guidata da un artigiano che vuole a tutti i costi una guerra civile in Francia, è stata una provocazione inaccettabile secondo il ministero degli Esteri francese. Ha infatti accusato il deputato del movimento 5 stelle di dichiarazioni di pura propaganda elettorale a spese della Francia. Di Maio, aveva pubblicato un tweet riportando che il vento del cambiamento ha attraversato le Alpi.
E così Parigi ha deciso di richiamarel’ambasciatore a Roma in seguito al moltiplicarsi delle polemiche tra i due paesi. Una mossa di alto valore politico che rappresenta una grave rottura senza precedenti nelle relazioni postbelliche tra le due potenze europee, ad un passo dal rompere i legami diplomatici.
“Per diversi mesi, la Francia è stata oggetto di ripetute accuse, attacchi infondati e dichiarazioni oltraggiose. Il disaccordo è una cosa, sfruttare il rapporto a fini elettorali è un’altra”, ha denunciato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri francese.
Qualche giorno prima, Luigi Di Maio, aveva chiamato Emmanuel Macron “un pessimo presidente”. Una dichiarazione che ha completato un’altra dichiarazione, quella dell’altro vice presidente italiano Matteo Salvini, datata due settimane fa: “Appoggio i cittadini francesi onesti che protestano contro un presidente di governo contro il suo popolo […] Prima torna a casa e meglio è”.
Un attacco di rara violenza contro l’esecutivo francese che ha portato al gesto diplomatico di richiamo dell’ambasciatore.
Richiamo, come ha detto il ministro francese degli Affari europei Nathalie Loiseau, che mira a fischiare la fine della ricreazione dopo una sgradita interferenza dei politici italiani. “Un membro di un governo straniero che viene in Francia per sostenere non solo un leader politico ma qualcuno che chiede la guerra civile, qualcuno che chiede il rovesciamento del presidente e un governo militare, è una cosa che non è mai successa”, ha detto Loiseau.
Al di fuori delle presunte ragioni politiche dei due vice presidenti italiani, probabilmente quello di Di Maio è stato davvero un atto ostile.