Israele è stato scosso giovedì scorso dalla violenta morte della 19enne Ori Ansbacher, figlia id un noto rabbino. La ragazza è stata trovata morta in un bosco vicino a Gerusalemme, senza vestiti e con due coltellate visibili sul petto. Dopo un’intensa caccia all’uomo, un palestinese di nome Arafat Irfaya è stato catturato ma non è ancora chiaro se si è trattato di un gesto criminale o di un atto terroristico a sfondo politico. L’uomo è stato arrestato in seguito a un’operazione congiunta di Yamam, unità speciale della polizia, e Shin Bet, il servizio della sicurezza interna. A tradirlo, secondo alcuni media, sarebbero state delle tracce di DNA trovate sul luogo del delitto. È possibile che la ragazza sia stata anche stuprata ma queste informazioni per adesso non sono rilasciate dalla polizia. Per quanto paradossale, se il gesto dell’uomo è stato meramente criminale e non compiuto con intenti
nazionalistici, la sua situazione e soprattutto quella della sua famiglia sarebbe meno grave. In Israele infatti è prevista la demolizione della casa dei palestinesi che uccidono in atti terroristici cittadini israeliani. Gli esperiti del genio militare hanno già visitato l’abitazione dell’arrestato, che risiedeva a Hebron con la sua famiglia, per valutare l’eventuale demolizione. Tuttavia, nonostante questo, l’uomo potrebbe trovare più conveniente rivendicare un atto terroristico. Per le famiglie dei terroristi arrestati in Israele, l’Autorità palestinese e Hamas prevedono un compenso finanziario.
La ministra Giustizia Ayelet Shaked ha già parlato della pena di morte per Arafat: “Non dobbiamo nascondere la verità. Ha ucciso in quanto ragazza ebrea, […] Una volta sotto processo in un tribunale militare la pubblica accusa dovrebbe chiedere per lui la pena di morte” ha affermato Shaked.
Il fatto rischia di inasprire i già critici rapporti tra Israele e la Cisgiordania palestinese, tuttora militarmente occupata. Il gruppo terroristico Hamas aveva già provato negli ultimi mesi a uccidere ebrei per innescare un’ulteriore ondata di violenza nella “West Bank”.
Tra pochi mesi, il prossimo 9 aprile, si voterà in Israele per il rapporto tra il paese a la Cisgriodania palestinese, il cui destino continua ad essere oggetto di discussione. Il rivale di Netanyahu, Benny Gantz, ha dichiarato che se dovesse vincere le elezioni prenderà in considerazione la chiusura dell’occupazione militare della Cisgiordania.