I leader italiani hanno raggiunto un accordo sulla crisi venezuelana, dopo che una delegazione dell’opposizione inviata da Juan Guaidó si è incontrata con funzionari del Vaticano per chiedere di mediare e fare pressione al governo italiano. In gioco il rispetto dei diritti umani e la necessità di evitare spargimenti di sangue nel porre fine a due decenni di un governo di sinistra autoritario.

Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, ha informato a Montecitorio (la Camera dei Deputati) che i due partner della coalizione, Lega e 5 Stelle, hanno elaborato un compromesso: “Il governo ritiene che le ultime elezioni presidenziali non attribuiscano la legittimità democratica al vincitore Nicolas Maduro. Il governo italiano richiede con fermezza nuove elezioni presidenziali democratiche in Venezuela il prima possibile”.

La risoluzione presentata dalla maggioranza è stata approvata dalle due Camere, ma continua a rimanere una posizione divisa. A differenza di tanti altri paesi europei, l’Italia non riconosce Guaidó come presidente ad interim. Ma questo solo a causa del Movimento 5 Stelle, che non ha voluto incontrare la delegazione.

La delegazione venezuelana è stata anche ricevuta dal ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, al quale ha potuto presentare nel dettaglio il piano di azione per rilanciare la democrazia venezuelana. Salvini, dopo l’incontro, ha avuto una conversazione telefonica con Guaidó dove ha potuto esprimere il totale sostegno per nuove elezioni presidenziali, confermando che, anche se il governo italiano era ancora diviso sulla questione della crisi venezuelana, l’Italia non ha mai riconosciuto la rielezione di Maduro. “Considero mio dovere accogliere una delegazione del parlamento venezuelano che rappresenta l’unica entità legittima al potere in questo momento, dato che l’apparente presidente Maduro non è stato mai riconosciuto come tale dalla comunità internazionale”, ha detto Salvini.

L’atteggiamento dei 5 Stelle viene visto in maniera sospetta come espressione di un legame amichevole con la Russia, nonostante l’espressa preoccupazione per i cittadini italiani in Venezuela. “Consegnare ultimatum, sanzioni, congelare beni venezuelani, significherebbe aprire la strada ad un intervento militare”, avrebbe detto un esponente del Movimento.

Dunque, l’Italia non si sta comportando bene a livello politico internazionale, visto anche l’intervento a favore della mozione dell’Unione europea da parte del presidente Sergio Mattarella che ha creato ancora più confusione. Dubbi anche sugli Stati considerati “amici” della Russia che non si sono uniti al gruppo favorevole a Maduro dopo che l’Italia ha bloccato l’intervento europeo per una dichiarazione congiunta che prometteva sostegno e riconoscimento a Juan Guaidó.