La Corte delle Assise criminali di Bellinzona, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha emesso oggi una sentenza di condanna nei confronti dell’uomo 71enne, cittadino svizzero, che a giugno dello scorso anno ha tentato di togliere la vita con un coltello da cucina alla propria moglie 54enne mentre dormiva.

A processo per tentato omicidio intenzionale, l’uomo è stato riconosciuto colpevole per dolo diretto e condannato a tre anni e mezzo di carcere, così come aveva richiesto il procuratore pubblico Nicola Respini. Il giudice ha tenuto conto, ai fini della pena detentiva, della collaborazione dell’uomo e della perizia psichiatrica.

L’imputato, dopo aver visto la tv, dato da mangiare al proprio gatto ed essersi sbucciato una mela, si era recato armato del coltello in camera da letto dove la moglie dormiva già con la luce spenta per poterla sorprendere in un momento dove era indifesa. “Intendeva deliberatamente ucciderla”, ha detto il giudice Pagnamenta, aggiungendo che il debole movente ha reso il comportamento dell’imputato al limite dell’assassinio.

Non è stata fatta chiarezza sul vero motivo del gesto ma, da quanto si è appreso ed emerso durante la requisitoria, i rapporti in famiglia erano compromessi a causa delle persistenti preoccupazioni aul fronte finanziario: “Avevo già pensato di lasciarla, ma poi temevo di avere problemi di soldi” ha dichiarato l’imputato. Diverse e confuse le dichirazioni dell’uomo che passa dall’accusare la moglie di infedeltà a criticare la sua cucina che giudicava “troppo salata”.

Secondo la perizia psichiatrica l’uomo è indubbiamente affetto da problemi psichici e presenta un tipo di personalità di tipo schizoide-paranoide e una sindrome cognitiva di lieve entità. Quando il giudice ha chiesto se l’accusato volesse curarsi, ha dichiarato di voler seguire “una terapia omeopatica”. Visti i problemi mentali si sta valutando la scemata imputabilità.

La donna, ovviamente, non ha alcuna intenzione di continuare a vivere con il marito.