Dopo giorni di incertezza, non essendo riuscito ad ottenere dal Congresso i soldi che voleva per costruire quello che il 69% degli americani, secondo sondaggi, ritengono l’inutile muro di confine col Messico,Trump ha dichiarato oggi l’emergenza nazionale per poter reindirizzare i soldi dei militari e del Tesoro al finanziamento dell’opera. Forzando di fatto una crisi istituzionale per aggirare la legislatura bicamerale del governo federale degli Stati Uniti.
In questo modo ha impedito un secondo dannoso arresto del governo a causa dello shutdown, accettando di finanziarlo fino alla fine di settembre come da accordo trovato nel gruppo di legislatori bipartisan.
Una mossa che incontrerà una rapida sfida legale senza precedenti nella storia americana, per aver con tutta probabilità oltrepassato i confini dell’autorità conferito al presidente. Saranno i tribunali a decidere chi ha davvero il potere per realizzare questo muro di confine.
“Le azioni del presidente violano chiaramente il potere esclusivo del Congresso, che i nostri Fondatori hanno consacrato nella Costituzione”, ha dichiarato in una nota congiunta la presidente della Camera Nancy Pelosi e il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer. “Dichiarare una emergenza nazionale è un atto senza legge, un grave abuso di potere della presidenza. Il Congresso difenderà la propria autorità costituzionale nei tribunali usando ogni rimedio possibile”, ha aggiunto.
Questa decisione ha innescato un nuovo confronto tra la Casa Bianca e il Congresso, e le preoccupazioni per l’uso dei poteri esecutivi cominciano ad arrivare anche da una parte dei senatori repubblicani, in particolare quelli conservatori, che sono consapevoli di dover affrontare la sfida in tribunale.
Il senatore Marco Rubio, repubblicano della Florida, ha dichiarato: “Abbiamo una crisi al confine meridionale, ma nessuna crisi giustifica la violazione della costituzione”, avvertendo Trump che sta aprendo le porte per un futuro presidente democratico.
Anche il senatore repubblicano John Cornyn, un politico e avvocato tra i più anziani del Texas, lo ha definito un “passo pericoloso”.
Molti repubblicani hanno avvertito che un presidente democratico potrebbe seguire l’esempio e usare una dichiarazione di emergenza nazionale per finanziare le liste dei desideri liberali in futuro. Sono molti i legislatori del Congresso, di entrambe le parti, che considerano la prospettiva di un presidente che sposta miliardi di dollari in un nuovo progetto come un preoccupante precedente.
La maggioranza degli americani sa che il muro di Trump non è necessario, che le stesse persone che vivono al confine non lo vogliono, e sanno che il ragionamento dietro la realizzazione del muro è una farsa. Molti americani sanno che Trump non avrebbe mai superato la presidente della Camera Nancy Pelosi. E quasi tutti gli americani hanno visto che lo shutdown tanto istigato con orgoglio da Trump, è stato disastroso per il Paese, per il presidente e per il suo partito.
Trump sta sovvertendo la democrazia americana per una causa opposta dalla maggioranza del popolo americano, come non pochi sondaggi hanno dimostrato in questi ultimi giorni.
Trump aveva bisogno di una via di uscita per rimettere al lavoro i circa 800 mila lavoratori federali mettendo fine alle loro sofferenze, e una via di uscita che non avrebbe dato l’ultima parola ai democratici. L’unica via d’uscita quindi, è stata la dichiarazione di emergenza nazionale. Ottenendo però peggio di quanto gli era stato offerto prima della chiusura del governo a Natale, e molto peggio di quello che era stato proposto un anno fa che gli avrebbe fruttato 25 miliardi di dollari per proteggere il confine. In sostanza firma oggi una dichiarazione che è un anatema per quelle persone che lo avevano convinto a non accettare i precedenti accordi.
A detta degli esperti politici americani, quella di Trump è una brutta mossa che dimostrerà la sua inidoneità a governare il paese, il suo disinteresse per il bene della maggioranza dei cittadini, la sua natura petulante e la sua inclinazione a mettere i propri interessi personali prima del suo partito o del paese. La dichiarazione di emergenza nazionale, così come affermato dagli stessi repubblicani a vari quotidiani, indebolirà il partito repubblicano e l’ufficio di presidenza.
La battaglia è appena iniziata e rischia di impantanarsi nei tribunali indefinitamente, e con molta probabilità non produrrà alcun vantaggio alle prossime urne.