L’on. Galeazzi mi ha mandato il testo integrale del suo intervento odierno, che pubblico nell’interesse dei lettori. Poiché sono a casa con l’influenza (ma è l’ultimo giorno!) ho acceso lo streaming sulle dichiarazioni di voto. Era una specie di muro, più che di gomma, d’acciaio, ma alla fine il risultato – 52 No, 21 Sì e 5 astenuti – non è stato terribile.
Un voto popolare darebbe senza alcun dubbio risultati diversi.
Ghiringhelli si lamenta con i giornalisti ticinesi (e personalmente con me, che giornalista non sono) per il boicottaggio cui sarebbe sottoposto. “La Regione e il Caffè non mi pubblicano!” piange il Guastafeste. Ma Ghiro, la Regione e il Caffè non ti pubblicheranno MAI, mettiti quel tuo benedetto cuore in pace.
Io ti pubblico quando me la sento, quando posso, cercando di evitare una “demonizzazione” del portale, che giudico assolutamente svantaggiosa e che temo. Ancora recentemente Vitta, Farinelli, Dadò, a suo tempo il rettore e l’ex presidente dell’USI, professori e molte altre personalità hanno accettato interviste sul portale.
Questa “tolleranza”, Ghiro, ha il suo prezzo.
Tiziano, ora tocca a te!
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ADDENDUM. 20 febbraio mattina.
Ghiringhelli ha protestato, con parole acerbe, per le poche righe che ho scritto di lui. Forse sono stato troppo breve.
- Ghiringhelli subisce, da sempre, una “demonizzazione” ad opera del potere “politicamente corretto” e dei suoi media. Considero tale demonizzazione ingiusta e, soprattutto, antidemocratica.
- Detto questo, io non sono disposto a trasformare Ticinolive in un portale di “lotta all’Islam”. Non lo è mai stato e non lo è oggi. Non è questa la sua caratteristica. Ciò non significa che io non veda con assoluta chiarezza la minaccia dell’avanzata islamica in Europa o che io non condanni con assoluta fermezza certe posizioni “buoniste” che rasentano la follia e la brama di suicidio.
- Ghiringhelli è un uomo coraggioso, patriottico e disinteressato. che merita tutto il nostro rispetto. Coraggioso in un mondo popolato di pavidi e di pusillanimi. Ma tale è la natura umana.
- Questo valoroso combattente avrà ragione alla fine, quando probabilmente sarà troppo tardi.
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Rapporto minoranza sulla Petizione Ghiringhelli 11 settembre 2018
Signora Presidente,
Colleghe e Colleghi,
Rappresentanti dell’Esecutivo,
Premetto che questo mio intervento avviene sia in qualità di relatore del rapporto di minoranza che a nome del gruppo parlamentare UDC-La Destra.
Non entrerò nei dettagli tecnico-religiosi, visto che il rapporto di 8 pagine da me redatto e sostenuto dalla collega Lelia Guscio fornisce esaustive spiegazioni sui contenuti della petizione depositata dal Signor Giorgio Ghiringhelli. Il perché di tale rapporto è subito detto. Sebbene riconosciamo il lavoro fatto dal collega Pellanda, di certo non potevamo condividere l’approccio al tema, la mancata prospettiva e la vera interpretazione del senso della petizione rispetto a quanto succede nella realtà, anche fuori dai nostri confini. Tanto meno ci sentiamo di condividerne la conclusione.Ci sono tre parole che non vengono menzionate ma che sono di un’importanza fondamentale.
Lungimiranza – Prevenzione e Deterrenza.
Della prima non si scorge traccia nel rapporto Pellanda, laddove si cita:“…i casi di invasione delle piazze per pregare sembrano sporadici e comunque tali da essere sotto controllo” ( finale pagina 3) e in aggiunta, nelle conclusioni: “ …La Commissione ritiene oggettivamente prematuro procedere nel senso indicato nella petizione” (pagina 4), con riferimento proprio alla richiesta della Petizione di vietare di recitare preghiere con contenuti di messaggi d’odio e discriminanti su suolo pubblico (sui contenuti delle preghiere, vi rimando alle dettagliate spiegazioni della petizione e del rapporto di minoranza in relazione agli articoli 261 e 261bis del CPS).
In sostanza, la maggioranza della Commissione delle Petizioni, non vedendo il problema oggi, ed ammetto anch’io che in Svizzera e Ticino per ora si registrano situazioni sporadiche,(vedi Mendrisio, Lugano, Zurigo e nella piazza di fronte a palazzo federale a Berna) ignora che tutto ciò stia già accadendo realmente e in forma massiccia nel nostro Continente, in Paesi a noi confinanti come la Francia, la Germania e l’Italia ma anche più lontani, come il Belgio, la Gran Bretagna e i Paesi Scandinavi.
Il compito della politica è quello di prevenire con lungimiranza i problemi, non quello di intervenire quando è già troppo tardi. Vedi il caso in Francia, dove diversi sindaci sono scesi in piazza a protestare. Non è ammissibile che si rinunci a legiferare solo perché si ritiene che un determinato problema non sia ancora sufficientemente grave.
Va ricordato che moltissime leggi oggi in vigore sono state pensate, elaborate, corrette e accolte in base a prospettive temporali di lunga durata. Leggi che, con qualche aggiornamento ogni tanto, persistono da decenni e mantengono intatta la loro attualità. Perché in questo caso non si vuol introdurre una regolamentazione che in un futuro prossimo potrebbe rivelarsi provvidenziale?
Quando parlo di lungimiranza, non intendo il prossimo 7 aprile, per coloro di noi che saranno ancora qui in quest’aula e per coloro che per vari motivi non ci saranno più . Parlo dei prossimi 10-20-30 anni , quando forse a questi banchi siederanno i vostri figli o nipoti.
Prevenzione:
Citava un detto: – prevenire è meglio che curare – Questa Petizione non lede di certo l’articolo 15 della Costituzione federale, come a torto qualcuno vorrebbe far credere per discreditarla, a corto di serie argomentazioni. Essa non vieta infatti a nessuno la libertà di credo e di preghiera ma chiede che venga fatto in privato o nelle sedi appropriate che già oggi esistono: le Chiese romano-cattoliche, riformiste, anglicane, luterane, metodiste, sinagoghe, moschee, templi buddisti ed altre ancora.
Nel caso specifico, basti leggere a pagina 6 del rapporto di minoranza per capire che il problema va oltre il semplice manifestare un atto di fede o un credo religioso. Vi sono elementi che poco o nulla hanno a che vedere con il nostro concetto di società e libertà: dimostrazioni e dichiarazioni di odio e conquista territoriale provenienti da leader religiosi e politici stranieri che molte, troppe volte abbiamo sentito, tollerando l’intollerabile e girando il capo dall’altra parte, con ipocrisia.
Da una parte chiediamo, come Parlamento, che personaggi in pericolo di vita per questioni religiose, ripeto, religiose, ed umanitarie all’estero possano giungere in Svizzera (vedi la risoluzione cantonale riguardante la Signora Asia Bibi e accettata da tutti noi in quest’aula), dall’altra però non accettiamo o vogliam vedere la cruda realtà qua in casa svizzera ed europea? Dopo tutto parliamo della stessa cosa. (Vi leggo un breve passaggio del rapporto commissionale dello scorso 7 dicembre riguardante Asia Bibi).
Questi nostri comportamenti troppo ingenui, lassisti e permissivi hanno lasciato via libera a una lenta e strisciante conquista territoriale di buona parte del vecchio continente (Svizzera compresa). Con essa sono anche arrivati terroristi e atti terroristici, con la loro tragica scia di sangue. Vogliamo ricordarli? Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna (per non parlare nel resto del mondo).
Deterrenza:
Semplice o quasi, il miglior deterrente è far capire che nel nostro Paese, e in questo caso nel nostro Cantone, vi sono leggi che, nell’interesse generale, difendono i valori di questa terra e di questa società, che trovano le loro origini nei principi cristiani.
Valori di libertà e democrazia ma anche regole e leggi che, nei limiti concessi dall’articolo 9 capoverso 2 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, (CEDU) non consentono di fare tutto ciò che si vuole.
Vi ricordo che in Svizzera venne accettata l’iniziativa sul divieto di costruire minareti, mentre in Ticino il popolo ha accettato a stragrande maggioranza (oltre 65%) l’iniziativa sul divieto della “dissimulazione del volto” in pubblico. Regole chiare e fino ad oggi rispettate.
Nel caso in cui qualcuno decidesse di portare in votazione popolare anche questo tema, come credete che andrebbe a finire? Non vi seccherebbe di essere smentiti dal popolo? Perché andare a rimorchio di Iniziative popolari quando, come rappresentanti del popolo, toccherebbe a noi in primis agire e legiferare, pensando anche al domani e al dopo?
Care Colleghe e Colleghi, molto altro potrei aggiungere ma vado verso la conclusione, lanciando un caloroso appello a fare un’ultima riflessione sul significato della parola Lungimiranza. Non basatevi solo sulla situazione attuale ma su quanto sta già accadendo tutt’attorno a noi e che prima o poi, con matematica certezza, toccherà anche il Ticino. Questo fenomeno parte da molto lontano nel tempo e la storia l’ha dimostrato.
Allo stesso tempo riflettete sulla necessità di adottare una decisione che favorirà la Prevenzione e laDeterrenza. Meno ingenuità e buonismo con un occhio proiettato al futuro. Dopotutto, per ora si tratta solo di chiedere al Consiglio di Stato l’allestimento di una base legale atta a introdurre un divieto, quindi vi sarà ancora il tempo per le discussioni e i correttivi. Per una volta, se siete d’accordo con me e la collega Guscio, abbiate il coraggio di rompere gli schemi e andare anche contro i vostri ordini di scuderia.
Guardate avanti con la vostra testa, il vostro cuore e il vostro sentimento e le vostre radici, pensando anche ai cittadini ticinesi che ci hanno eletti in loro rappresentanza e che fra meno di due mesi saranno chiamati a rinnovarci la loro fiducia.
Forse un giorno qualcuno verrà a riproporre questa discussione sotto la spinta di avvenimenti urgenti, mi auguro di sbagliare, cari Colleghi, ma se cosi non fosse, sarebbe già troppo tardi.
Il gruppo la Destra quindi non sosterrà il rapporto di maggioranza del collega Giorgio Pellanda e con convinzione appoggia la petizione Ghiringhelli sostenuta dal rapporto di minoranza.
Tiziano Galeazzi (UDC)