Alcuni sostengono bisogna avere una politica di non interferenza negli affari di altri paesi. Nonostante ciò molti paesi continuo a sostenere la rviendicazione da parte di Juan Guidó della presidenza del Venezuela.

Allo stesso tempo continuare a sostenere che Nicolas Maduro abbia vinto un’elezione libera con il 67% del voto popolare appare insensato in quanto la democraticità del voto non può essere sostenuta da alcuna visione obiettiva dei fatti. Ogni aspetto delle elezioni presidenziali era una farsa, con i leader dell’opposizione in prigione o cacciati fuori del paese. Il governo ha spostato in avanti la data delle elezioni di diversi mesi con breve preavviso. L’affluenza ufficiale dichiarata era doppia rispetto a quella effettiva, che era al di sotto del 50%. Tutto negherebbe dunque ogni legittimità possibile dell’elezione di Maduro a presidente.

Oltretutto, in un paese che vive quotidianamente con la carestia, le tessere per la razione del cibo arrivavano con una severa istruzione di votare per Maduro. Quasi tutta la regione dell’America Latina ha da lungo tempo considerato Maduro un presidente illegittimo per aver infranto le norme democratiche dal momento che è salito al potere.

L’attuale governo di Maduro si aggrappa al potere con qualsiasi mezzo, e quello che sta avvenendo nel paese è davvero tragico. È in atto una catastrofe sociale ed economica senza precedenti in un paese che solo una generazione fa era il più ricco e meglio istruito della regione sudamericana.

A due giorni dalla data fissata dall’opposizione per l’ingresso degli aiuti umanitari, Maduro reagisce chiudendo le frontiere con i Paesi confinanti il Venezuela, inviando addirittura blindati e carri armati per cercare in tutti i modi di bloccare l’ingresso dell’assistenza umanitaria offerta.

Ma il governo degli Stati Uniti, attraverso l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), ha avvertito che farà arrivare 190 tonnellate di forniture entro venerdì per poterle poi dividere in tutto il Venezuela, e sta lavorando con Juan Guidó per cercare di pre-posizionare l’assistenza e dare gli strumenti alla gente e alle sue squadre per guidarli e dare speranza. Pallet di cibo, medicine e kit per l’igiene si troveranno nella vicina Colombia e nei magazzini di tutta la regione.

Considerandolo un tentativo di rovesciare il suo governo, Maduro, che oramai è diventato un presidente conteso, sta tentando di bloccare questi soccorsi negando l’esistenza di una crisi umanitaria in Venezuela e affermando al contrario che gli Stati Uniti con l’aiuto della Colombia vogliono umiliare i venezuelani creando uno stereotipo che non esiste.

Il responsabile dell’Agenzia USAID, Mark Green, ha parlato di Maduro e di un regime che comanda attraverso il dominio dittatoriale, imponendo sofferenza e dolore alle persone. Green sta già coordinando con il governo colombiano per garantire che il popolo venezuelano abbia l’aiuto di cui ha bisogno.

“Sappiamo che non sarà sufficiente far entrare gli aiuti umanitari”, ha detto Juan Guidó durante l’ultima conferenza stampa a Caracas, “Dobbiamo aprire un canale umanitario”, ha aggiunto. Questo significa organizzare carovane di aiuti che cercheranno questo sabato di attraversare il Venezuela mettendo in atto, potenzialmente, uno scontro con l’esercito venezuelano.

Mentre Maduro ha ereditato una insignificante e vuota rivoluzione socialista, la ferma posizione di Donald Trump con tutte le opzioni sul tavolo nei confronti del Venezuela ha a che fare con la sua prossima campagna elettorale del 2020. Posizione che prende di mira anche un nemico di lunga data come Cuba che ha fornito personale di sicurezza al Venezuela, e posizione che è rafforzata da un sostegno straordinario di venezuelani e cubani americani spaventati da quel tipo di “socialismo”.

Per cui Maduro farebbe bene a stare attento a non dover giustificare un intervento militare già ampiamento promesso e pianificato contro di lui visto non come un patriota venezuelano ma come un “burattino cubano“.