di Cristina T. Chiochia

La grafica sperimentale di Franco Grignani a Chiasso negli spazi del M.a.x. Museo di Chiasso in mostra dal 17/2 al 15/9 in Svizzera con un occhio di riguardo a quella idea di polisensorialità dei materiali che è anche un incontro tra Italia e Svizzera per quanto riguarda la bella collaborazione sulle stampe inedite su tessuto, con il Museo della Seta di Como, unico al mondo ed aperto dal 1990 per illustrare la storia del ciclo completo di lavorazione del tessuto di seta. Ed è proprio partendo da questa collaborazione che si nutre e nasce da un territorio della Svizzera Italiana di frontiera, che la mostra acquista ancor più valore.

Grazie infatti a questa mostra il M.a.x Museo si apre a collaborazioni che sanno di testimonianza “grandangolare” su tanti soggetti tra gli altri: Il Comune di Chiasso, i curatori della mostra, Il Museo di Fotografia Contemporanea nella provincia di Milano di Cinisello Balsamo, L’Archivio fotografico della famiglia Manuela Grignani Artioli ed il Museo della Seta di Como.

Grignani grande precursore ed innovatore questa la testimonianza dei curatori durante la presentazione alla stampa della mostra. In una mostra che segue un iter antologico, ma che testimoniano anche il suo iter di artista che dopo aver passato i primi anni della sua vita a Pavia,dove studiò calcolo e matematica va a Torino per studiare alla facoltà di architettura ed a soli 20 anni partecipa al “secondo futurismo” con alcuni lavori. Passando poi all’uomo, nella testimonianza molto personale della figlia, di artista istancabile ed attento.

Una vita dedicata a ricerca su bianco e nero, indagando in modo spesso solitario anche l’uso dei colori intensi, le interazione dei processi percettivi, come recita appunto il comunicato stampa nell’intervento di Nicoletta Cavadini: ” il mondo culturale di Grignani ha una forte componente scientifica dovuta agli studi da lui fatti […] si avvicina culturalmente alle esperienze della GEstalttung mitteleuropea e infatti Grignani stesso da questo ambito riceve premi e riconoscimenti”.

Uomo ricco di scelte artistiche e rigorosi ragionamenti matematici, proprio nella scelta di materiali e forme si rivela appieno,poichè ha reso la polisensorialità dell’arte grafica italiana grande in quanto tale, al di là dei simboli che ha poi generato, come il logo della pura lana vergine, oramai celebre in tutto il mondo.

Artista, grafico ed anche fotografo. Che passa dall’astrattismo geometrico al costruttivismo sviluppando ambiti ottici sempre nuovi, creando ricerca (molto ben testimoniate dai taccuini originali) su forme e modelli, rigido esecutore di ricerche analitiche in ambito foto-grafico.

La mostra che si snoda su più piani, è figlia di una ricca scelta di opere e di materiali di archivio, in parte inediti. Il M.a.x Museo , in questo modo, vuole indagare il segno-immagine dell’artista, sviluppandolo in più sezioni per ripercorrere l’intera evoluzione artistica.

E così, fotogrammi, fotomontaggi, sovrimpressioni e elaborati grafici, indagando l’ottica come elemento base, fissa nello sguardo dinamiche interpretative del mondo attraverso torsioni e forme plastiche, deformazioni e generando “forme virtuali” che ai contemporanei paiono semplici e quasi banali, essendo attualmente facili essendo generate in automatico dagli algoritmi dei computer, ma che ai tempi in cui erano state ideate, erano interamente fatte a mano attraverso segni che diventavano forma con colori, chine e pennelli.

Un viaggio umano quindi, sulle teorie percettive, quasi a voler indagare quella “psicologia della forma” che proprio dai tessuti parte e genera forme. Per questo la collaborazione con il Museo della Seta di Como diventa importante. Con i due foulard su disegno di Franco Grignani, le cui due opere sono esposte l’una presso il M.a.x museo di Chiasso (Virazione induttiva del 1965) e l’altra presso il Museo della seta di Como (Dissociazione dal bordo del1969) si celebrano idealmente le origini di questo viaggio, tra estetica e percezione, fatto di tempo e di spazio e di un lavoro quasi artigiano tra suggestioni ed emozioni fatte di libere associazioni dalla mente del visitatore che si pone in ascolto, sospendendo il giudizio, in particolare nelle opere con i più forti riferimenti spaziali.