di Giorgio Ghiringhelli

La Svizzera siede su un vulcano islamista
Per l’ex direttore del GdP non c’è da preoccuparsi. i musulmani sono una ricchezza e una potenziale risorsa

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La nostra opinione non cambia. Pensiamo che Ghiringhelli abbia tutto il diritto di pubblicare il suo pensiero inviso ai “politicamente corretti”. Lo si potrà contestare, se del caso.

Ma pensiamo anche che tra certe posizioni di “buonismo incondizionato” o “buonismo masochista” e il “ghiringhellismo” non ci sia conciliazione possibile. La discussione potrebbe durare settimane, mesi, anni, senza che si giunga a un banché minimo accordo.

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“Il Ticino e la Svizzera devono preoccuparsi per la crescente islamizzazione” ? Questa la domanda alla quale alcune persone interpellate dal direttore del Mattino della domenica, Lorenzo Quadri, hannorisposto nell’edizione del giornale del 10 marzo scorso. Confesso che ho strabuzzato gli occhiquando ho letto la risposta data dall’ex-direttore del Giornale del Popolo, Claudio Mésoniat. “A me non pare proprio – ha detto seraficamente – che sia il caso di preoccuparsi . Fermo restando che il fenomeno della radicalizzazione dei giovani musulmani va tenuto seriamente d’occhio, anche nei Paesi come il nostro dove la popolazione di religione islamica è una piccolissima minoranza, mi pare attorno al 2%, un po’ meno in Ticino. Per il resto la presenza musulmana a me sembra una possibile ricchezza, perché tendo a vedere nell’altro non un nemico potenziale ma una potenziale risorsa”.

L’autolesionismo dei cristiani
Leggendo questa risposta non ho potuto fare a meno di pensare a quanto Gesù disse nel famoso Discorso della Montagna : “non resistete a chi è malvagio; ma a chi ti schiaffeggia sulla guancia destra, porgi anche l’altra”. Ai tempi in cui il defunto giornale della Curia era diretto da Mésoniat non passava quasi giorno senza che da quelle pagine giustamente si denunciavano le persecuzioni e le umiliazioni di cui i cristiani erano oggetto specialmente nei Paesi musulmani, ove nell’indifferenza piuttosto generale si stava compiendo una sorta di genocidio e di “pulizia etnico-religiosa” nei confronti delle popolazioni di fede cristiana (diminuite ad esempio in Iraq da un milione del 2002 a 275’000 del 2015 – fonte : GdP 15.10.2015). Del resto durante i 1400 anni della loro storia i musulmani sono stati i più feroci aguzzini dei cristiani, scacciati dalle terre africane in cui si erano installati prima di loro, o uccisi, o costretti a pagare un’umiliante e ricattatoria tassa (la jizya) in cambio della vita (come ordinato da Allah nel Corano, 9 : 29).

Non capisco dunque come si possa parlare di “possibile ricchezza” e di “potenziale risorsa” di fronte all’avanzata in Europa di un Islam che punta a sottomettere tutti ad Allah. E non capisco l’atteggiamento remissivo e autolesionista di certi ferventi cristiani di fronte alla crescente islamizzazione : ciò che mi rafforza nella mia convinzione che votare per il PPD alle elezioni del 7 aprile significhi in pratica votare a favore dell’Islam, come vado ripetendo da tempo. Posso alimite capire che qualcuno, per ingenuità o per ignoranza o per altri motivi, non si preoccupi per la colonizzazione islamica del nostro Paese, ma non capisco come si faccia a negare o minimizzare l’esistenza di questo fenomeno. Se da un lato è comprensibile che l’imam della Lega dei musulmani del Ticino, Jelassi, sostenga che il pericolo di un’islamizzazione della Svizzera paventato dal sottoscritto sia “insensato” (come egli aveva dichiarato in un’intervista rilasciata al quotidiano romando Le Temps il 9 settembre 2013), meno comprensibile è il fatto che un esperto giornalista affermi che la popolazione islamica in  Svizzera è una “piccolissima minoranza” che si aggira attorno al 2% . E allora forse è opportuno fare un po’ di chiarezza nelle cifre.

La diffusione dell’Islam in Svizzera
Nel 1970 la percentuale di musulmani presenti sul territorio nazionale ammontava allo 0,26%, paria circa 12’000 unità. Nel 1990 tale numero era salito a quota 148’000 (2,2%) , passando poi a 310’000 (4,3%) in occasione del censimento federale del 2000. Da allora, per motivi di risparmio, le rilevazioni concernenti la religione, la popolazione, la lingua e la formazione vengono effettuate annualmente dall’Ufficio federale di statistica sulla base di un campione di circa 200’000 persone, e non si sa fino a che punto i dati forniti corrispondano alla realtà. Comunque, in un’intervista apparsa sul Blick del 30 settembre 2015, l’esperto di migrazioni Etienne Piguet aveva detto che il numero dei musulmani era salito a quota 433’000, ossia poco più del 5%. Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2017 vi erano in Svizzera 379’000 musulmani, ma in questo numero non sono compresi quelli con meno di 15 anni. E dunque è assai verosimile ritenere che, su una popolazione di circa 8,5 milioni di persone, il numero dei musulmani di tutte le età si aggiri attualmente attorno al mezzo milione, pari all’incirca al 6%. Non si può certo parlare di“piccolissima minoranza”.  (… … …)

Giorgio Ghiringhelli

L’articolo a causa della sua lunghezza è stato riprodotto solo parzialmente. Testo integrale su www.ilguastafeste.ch