di Paolo Camillo Minotti
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A 6 giorni dall’Apocalisse, finalmente, è arrivato Paolo Camillo Minotti. Si è fatto attendere a lungo. Nel suo corposo articolo Minotti tocca i punti sensibili e aleatori dell’elezione: raddoppio PLR a spese del PS ? Bertoli o Mirante? Beltraminelli o De Rosa?
Minotti sembra propendere per De Rosa e liberamente esprime la sua opinione. Questo portale, tuttavia – da una posizione del tutto esterna e senza avere nulla a che fare con il PPD – auspica la conferma di Paolo Beltraminelli.
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Ho assistito con distacco e un po’ di divertimento alla discussione su «socialisti in governo Sì – socialisti in governo No», avviata dalle note dichiarazioni di Diego Scacchi e Laura Sadis. Con distacco e divertimento perché a mio modesto avviso il problema non esiste: la situazione è semplice: chi condivide le idee socialiste voterà per i socialisti, chi non le condivide non voterà certo «per mantenere il seggio socialista». Elementare, Watson! E non mi si venga a dire che ci vuole in CdS anche «qualcuno che si prenda a cuore gli interessi dei più deboli» : forse che il PS oggigiorno si prende veramente a cuore la sorte dei più deboli ? Se per più deboli si intendono i lavoratori indigeni che stentano a tirare a fine mese, sicuramente no. Il PS di oggi sembra avere in mente solo gli stranieri, e tanto più li ha a cuore quanto più vengano da lontano, da culture avulse dal nostro modo di vita, sedicenti richiedenti l’asilo dal Medio Oriente o dall’Africa…..Dei lavoratori residenti penalizzati dalla libera circolazione e dal dumping salariale messo in campo da molti datori di lavoro facendo leva sulla massa dei frontalieri e degli aspiranti residenti in provenienza dai Paesi UE, il PS se ne fa un baffo. Mi si dirà che bisogna forse fare qualche sfumatura, perché vi sono posizioni diverse all’interno del PS (come le recenti prese di posizione sindacali sull’Accordo-quadro con l’UE attestano). E lo concediamo : ma sicuramente questo non vale per Bertoli : Bertoli se ne fa un baffo della sorte dei lavoratori residenti !
Egli è impregnato di dogmatismo ideologico internazionalista fino alle midolla e per lui il
«principio» ideologico viene prima dei «miserabili» problemi pratici che la gente deve affrontare! Si potrebbero ricordare a tal riguardo innumerevoli sue dichiarazioni fatte nel passato, nelle quali trattava con arrogante sufficienza la maggioranza dei ticinesi che hanno votato contro i Bilaterali e a favore dell’iniziativa per la limitazione dell’immigrazione di massa, ma lasciamo stare, tanto ce le ricordiamo tutti.
Come ci ricordiamo il suo parteggiare qualche anno fa per il «Re di Prussia» (cioè per la parte avversa) – con tanto di articoli sui giornali e di dichiarazioni alle radiotelevisioni «con il ditino alzato» e col tono del «Besserwisser» come dicono i tedeschi – contro la decisione della maggioranza del Consiglio di Stato ticinese di sospendere il versamento delle imposte alla fonte dei frontalieri! In quella occasione egli mancò in modo grave al dovere di collegialità di un membro del Governo nel sistema di concordanza svizzera, anzi venne meno al codice di comportamento di qualsiasi membro di qualsiasi Governo a ogni latitudine, che impone lealtà al Governo di cui si fa parte! E questo indipendentemente dalla giustificazione o meno della decisione presa dal governo, su cui è lecito avere opinioni diverse! Ma per un membro del Governo c’è modo e modo di esprimere un’opinione!
Un consigliere di Stato sconfessato due volte in votazione popolare
E che dire della conduzione del DECS? In questi 4 anni Bertoli è stato sconfessato due volte dal popolo su votazioni attinenti la scuola: prima sull’insegnamento della civica, poi sul bislacco progetto «La scuola che verrà». Anche se non conoscessimo il suo carattere cocciuto e la sua inderogabile fedeltà alla propria ideologia (in questo caso: l’ideologia egualitarista e dell’inclusivismo scolastico «à tout prix»), sembrerebbe opportuno un avvicendamento alla testa del Dipartimento. Infatti, un consigliere di Stato che ha sostenuto un progetto, poi rifiutato, vi rimane giocoforza coinvolto emotivamente e difficilmente potrà collaborare in modo spassionato a trovare altre soluzioni ; fatalmente resterà affezionato alla sua concezione iniziale, anche se è stata respinta, e ciò rischia di
bloccare la ricerca di opzioni alternative. Mi si dirà: va bene, ma in un sistema proporzionale anche chi rappresenta una minoranza abbastanza consistente ha diritto di siedere in Governo, ovvero: se il PS confermasse di avere i numeri avrebbe comunque un consigliere di Stato.
Mirante al posto di Bertoli?
Ma a questo punto si apre un’altra opzione: il seggio PS può essere confermato, ma la persona che lo occupa potrebbe anche cambiare. Se gli elettori lo vogliono, questa possibilità è a portata di mano: basta votare massicciamente per la principale antagonista di Bertoli, la professoressa Amalia Mirante, e il gioco sarebbe fatto ! Ma che dico: non è affatto un gioco, ma piuttosto una chance di ripartire con idee nuove e un diverso spirito nell’affrontare i problemi della scuola ticinese! I presupposti di base ci sono: Amalia Mirante è attiva nella scuola come insegnante (alla SUPSI) e quindi conosce i problemi e le esigenze della scuola, perciò probabilmente interagirebbe meglio con il mondo scolastico; ma soprattutto ha un approccio un po’ meno rigido e ideologico; inoltre ha in dote un pizzico di simpatia che non guasta certo e che l’ «uomo che non vede» non sa neanche dove stanno di casa.
Certo, è una socialista e personalmente non condivido tutte le sue idee, ma l’importante è che sappia dare un apporto di energie positive collaborando in modo pragmatico nel Governo e con il parlamento al fine di migliorare alcune cose e cercare di risolvere qualche problema. Nella scuola e in altri campi: ho apprezzato per esempio il suo pensiero più pragmatico di Bertoli sul grande tema della libera circolazione e sui noti problemi connessi, che è sì un problema prevalentemente federale ma sul quale giova comunque – al fine di interagire con Berna – avere un governo coeso. Anche sull’altro tema collegato, quello del salario minimo garantito, ha avuto parole chiare: l’importante è cominciare a introdurlo, poi si possono sempre portare correzioni successivamente, ma basta con la «guerra di logoramento» fra gli estremisti delle due parti (l’MPS e l’UNIA che lo vorrebbero a un livello quasi di salario medio e, sul fronte opposto, certi ambienti imprenditoriali che fanno resistenza sorda contro il principio stesso e non si danno pace che esso sia stato approvato dal popolo!); guerra di logoramento che da 4 anni ritarda l’implementazione della decisione popolare.
So bene la ritrosia di molti nella Destra (e in genere nei non-socialisti) a dare voti preferenziali ai socialisti, per il timore di rafforzarli o forse – per molti liberali – per il timore di contribuire a salvare il seggio PS, che teoricamente potrebbe anche saltare. Per quelli già un po’ in là negli anni il ricordo va all’esperienza traumatica del 1987….
Ma qui occorre dire due cose: 1) secondo l’ultimo sondaggio sembrerebbe che il PLR non riuscirà comunque a raddoppiare ; 2) capisco benissimo i liberali che non vogliono regalare voti al loro diretto contendente, ma io mi rivolgo anche e soprattutto a quei molti elettori che non hanno uno stretto legame di partito, che votano scheda senza intestazione o anche a qualche elettore UDC o leghista che – nella quasi certezza ormai della riconferma di Zali e Gobbi – potrebbero prendersi la soddisfazione impagabile di cambiare il cavallo socialista. Ebbene costoro, se avessero il coraggio di fare questa scelta, farebbero un atto civico meritorio, liberandoci di un ministro fazioso e aprendo la porta a un governo rinnovato e più efficace.
De Rosa al posto di Beltraminelli?
Personalmente non ho nei confronti di Beltraminelli quell’animosità che riconosco di avere nei confronti di Bertoli; Beltraminelli è caratterialmente quasi l’opposto di Bertoli, in quanto a cordialità e simpatia e flessibilità: se potesse egli vorrebbe essere amico di tutti. Eppure, per le vicissitudini che hanno riempito le cronache di questo Cantone e che hanno riguardato il Dipartimento Sanità e Socialità (caso Argo), un avvicendamento sarebbe opportuno anche alla testa del DSS. Non stiamo qui a ripercorrere tutta la vicenda, perché ormai è arcinota. Il caso Argo, per il fatto di essere potuto succedere e soprattutto per il modo in cui è stato affrontato, ha palesato una paurosa mancanza di capacità di conduzione da parte di capi-Divisione, funzionari superiori e Consigliere di Stato direttore del Dipartimento. Si è palesata anche una deplorevole tendenza alla faciloneria, all’attribuzione di mandati in base alle relazioni personali anziché seguendo le procedure di legge e vagliando rigorosamente criteri di idoneità. Perdipiù la faccenda è stata gestita in modo pietoso al momento in cui è diventata di dominio pubblico. Ma non fu solo pessima comunicazione: per me personalmente è intollerabile per esempio che un funzionario che commise errori gravi, oltretutto facendo ridere tutto il Cantone con la ritrattazione della sua versione sul caso Argo, sia stato ancora premiato mandandolo in pensione anticipatamente!
Inoltre va comunque rammentato che pure il direttore del DSS ha perso durante il quadriennio trascorso una votazione popolare : la riforma ospedaliera proposta dal suo Dipartimento fu respinta in votazione popolare.
Anche in questo caso, un avvicendamento ai vertici del Dipartimento non potrebbe che fare del bene. Si volterebbe pagina, affrontando con teste nuove e energie rinnovate i grossi problemi sul tavolo. Anche De Rosa (anzi De Rosa ancor più di Mirante) non sarebbe per così dire «il primo che passa per la strada» : è da parecchi anni in Gran Consiglio, dove si è fatto notare per il suo impegno e la conoscenza dei dossiers, è sindaco del Comune di Riviera e segretario dell’ente regionale di sviluppo Bellinzona e Valli e ha sempre avuto un interesse per lo sviluppo delle regioni periferiche; è una persona rispettata da tutti per la sua serietà e oggettività. Analogamente alla signora Mirante, De Rosa si è un po’ smarcato dalla linea piuttosto pro-UE e pro-libera circolazione del suo partito.
Peraltro va detto che, per quanto molto probabilmente nel caso di avvicendamento nella rappresentanza sia del PPD che del PS i nuovi eletti erediterebbero il Dipartimento del loro rispettivo amico di partito, ciò non sarebbe obbligatorio: teoricamente potrebbe anche esserci uno scambio dei dipartimenti tra PPD e PS a dipendenza dei rispettivi desiderata, o potrebbe anche esserci un rimescolamento generale (anche se molto improbabile).
Ad ogni modo, anche indipendentemente dall’attribuzione dei Dipartimenti, un cambiamento di due consiglieri di Stato (e soprattutto la partenza dei due citati, sia pure per motivi diversi) su cinque porterebbe un nuovo impulso. Ciò che sarebbe da salutare positivamente.
Paolo Camillo Minotti
P.S. : Negli scorsi giorni è apparsa una misteriosa pubblicità sui quotidiani, che invita ad eleggere «almeno due Consiglieri di Stato del Sottoceneri». Indipendentemente da chi ne sia il mandante (se gli elettori seguissero l’invito verrebbero favoriti sia Beltraminelli sia Mirante), ritengo che le considerazioni di tipo regionalistico non siano determinanti per decidere chi eleggere. Per eleggere Mirante anziché Bertoli, vi sono molte valide ragioni come sopra accennato. Idem per NON rieleggere Beltraminelli (che peraltro è di origine sopracenerina). Non c’è bisogno di scomodare meschine ragioni del tempo dei Landfogti, quando il Ticino non era ancora stato unificato. Peraltro, a mio modestissimo parere, se all’origine della citata pubblicità vi fossero dei supporters di Amalia Mirante, non le farebbero un grande servizio. Mirante dovrebbe semmai anzi sostenere di essere di più ampie vedute rispetto a Bertoli (e lo è di fatto), e in quanto tale non dovrebbe invocare barriere anacronistiche di tipo regionale.