L’SMS di Bobbià a Pagani sempre in prima pagina
PARTITO SOCIALISTA Se il Cardiocentro ha il merito di aver portato in Ticino le cure cardiache, che prima si dovevano effettuare oltralpe, ora si stanno superando tutti i limiti della decenza e si sta mettendo il Cantone di fronte ad una lotta di potere d’altri tempi, che rischia di nuocere alla sanità e alla formazione universitaria ticinese. Le autorità cantonali devono quindi intervenire con decisione.
Il PS ritiene che la situazione riguardo al Cardiocentro sia ormai intollerabile, per cui chiede al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio d’intervenire con decisione. L’inaccettabile pressione su un membro della Commissione sanitaria per sostenere l’iniziativa è l’ennesimo caso legato alla volontà del Consiglio di fondazione di non rispettare gli accordi sottoscritti. Al Governo il PS chiede inoltre di rispondere con urgenza e nel dettaglio all’interrogazione “Le prime 18 domande sul Cardiocentro”: in assenza di queste risposte non sarà infatti possibile portare avanti un dossier i cui contorni sono sempre più opachi e preoccupanti.
La vicenda che vede al centro il Cardiocentro e la chiara volontà del Consiglio di fondazione di non rispettare la volontà espressa 25 anni fa dal fondatore si arricchisce di un episodio molto preoccupante. Dopo le perdite finanziarie della fondazione dovute ad attività di ricerca finanziate in modo opaco e scarsamente giustificato, dopo le voci su una sua situazione finanziaria tutt’altro che brillante, dopo la scoperta dei generosissimi salari ai membri della famiglia Moccetti, dopo la scoperta di remunerazioni per prestazioni decise dal Consiglio di fondazione ai membri dello stesso Consiglio [v. in part Falò, ndR], dopo la presentazione di un’iniziativa popolare che intende privatizzare la gestione del Cardiocentro con i soldi pubblici (contributi diretti e premi di cassa malati), dopo la smemoratezza del nuovo Consigliere di Stato Raffaele De Rosa quanto al suo sostegno all’iniziativa, ieri è emersa l’informazione riguardo a pressioni inaccettabili e non solo velatamente ricattatorie su un membro della Commissione sanitaria, esercitate dal coordinatore del gruppo “Grazie Cardiocentro”, per sostenere la ricevibilità dell’iniziativa popolare. Un caso a cui va sommata l’ennesima violazione del segreto dei lavori commissionali”.
La situazione è ormai intollerabile, per cui chiede al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio di voler intervenire con decisione. Al Consiglio di Stato il PS chiede di rispondere con urgenza e nel dettaglio alla recente interrogazione che pone “le prime 18 domande” su questa vicenda. Al Gran Consiglio e alla nuova Commissione sanitaria chiediamo di far allestire un parere indipendente, da parte di un costituzionalista svizzero, sulla tenuta dell’iniziativa popolare e di chiedere un parere preliminare all’autorità di vigilanza sui diversi aspetti non regolamentati della nuova fondazione che, secondo le intenzioni degli iniziativisti, dovrebbe nascere dopo il 2020. Senza queste risposte chiare e complete non è possibile andare avanti nella trattazione di un incarto i cui contorni divengono sempre più opachi e preoccupanti.
PS
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La situazione, tesissima, è bizzarra per (almeno) due motivi;
— la tendenza alla statizzazione della medicina è incessantemente promossa dai radico-socialisti, ma nell’ “ente statizzante” la posizione di vertice è occupata… da un leghista (in origine pipidino)
— il DSS, dipartimento chiave, è da pochi giorni occupato dal brillantemente neoeletto consigliere di Stato De Rosa, il quale
- aveva sottoscritto l’iniziativa del Cardiocentro (anche se non si ricorda, ma non è escluso che la sua firma si trovi);
- in campagna elettorale era stato apertamente sostenuto dal gruppo Grazie Cardiocentro!, cui è debitore, almeno in parte, del suo straordinario successo.