Si chiama Izabella Nilsson Jarvandi, ha 15 anni, è di origini iraniani, ha la cittadinanza svedese. L’hanno in breve battezzata l’anti Greta Thunberg. Perché? Per un programma totalmente diverso dalla sua connazionale.

Jarvandi è un’antiglobalista convinta, sostiene che la “sua” Svezia stia morendo sotto “i colpi dell’immigrazione.” Quella illegale e clandestina, s’intende, poiché lei è fiera di essere per metà iraniana. E’ solidale con Victor Orban e con le sue politiche anti immigrazioniste.

E’ anche un’antigender convinta, sostiene che sia innaturale inserire nelle scuole svedesi immagini che riportano “un ragazzo con una vagina” o “una ragazza con un pene.” Non si può essere maschio e femmina insieme.

Per ora ha 4.500 follower su twitter, contro i 475 mila di Greta. Si scaglia contro gli intellettuali liberal di sinistra, e appartiene agli ambienti tradizionalisti cristiani.

Siamo di fronte ad un altro fenomeno Thunberg? Per par condicio, i suoi oppositori dovranno dire che sia anch’ella costruita, alla stregua di Greta. D’altra parte, già le tastiere dei social network fremono, per gridare all’impreparazione (ovvia) delle due coetanee, per chiamare “ragazzine” o, ancor peggio “bambine” le signorine coll’autoparlante.

Chissà l’ovvietà ci nauseerà. Forse mai.