Evento culturale a Mantova dedicato a un libro drammatico e di grande successo
L’autore è Giovanni Grasso

“A un certo punto della mia vita di bambina ho notato come a scuola e per strada ero indicata a dito, derisa, non venivo più invitata alle festicciole dei coetanei obbligati dai genitori a non giocare con me”. E’ l’isolamento sociale, prodromo di ben altri, terribili eventi, che l’autore del libro di successo “Il caso Kaufmann” Giovanni Grasso denuncia.

Con lui, martedì 21 maggio alle ore 17, nella Sala degli Stemmi di via Gandolfo 11, a Mantova, il sindaco Mattia Palazzi e il direttore della Gazzetta di Mantova Paolo Boldrini commenteranno la pagina nera d’Europa.

Il libro “Il caso Kaufmann” – che sta riscuotendo un grande successo di critica e di lettori – origina da un fatto vero, ma che Giovanni Grasso – giornalista, saggista e autore televisivo, consigliere per la stampa e la comunicazione e direttore dell’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica – ha trasformato in romanzo storico: l’ha scritto in un anno, ma ha dovuto aspettarne altri venti prima di trovare un editore.

* * *

Scrive Giancarlo Pani S. J. Vicedirettore de “La Civiltà Cattolica”: Il caso Kaufmann documenta la storia di un ebreo benestante, pre­sidente della comunità ebraica di Norimberga, e si ispira a una vi­cenda realmente accaduta, quella di Lehmann Kaufmann (Katzenber­ger), detto Leo, e Irene Seiler, una giovane ragazza tedesca ariana.

Leo, ebreo osser­vante, 60 anni, vedovo da cinque, è un apprezzato commerciante di Norimberga. La sua vita, cupa e monotona, viene sconvolta dall’ar­rivo di Irene, figlia del suo migliore amico. Solo l’onestà di Leo e la notevole differenza di età impediscono che l’amicizia si trasformi in una relazione.

Intanto le Leggi razziali, pro­mulgate da Hitler proprio a No­rimberga, stabiliscono che il popolo ebraico è nemico della Germania e vietano qualsiasi rapporto con gli ebrei, per la protezione della razza. È l’inizio della fine degli ebrei.

Giovanni Grasso con Achille Colombo Clerici

Il mondo attorno ai due prota­gonisti crolla all’improvviso: la sti­ma e la devozione nei loro confronti divengono diffidenza e sospetto, i sorrisi si affievoliscono, le voci in­calzano, i timori si fanno sempre più puntigliosi. Alcune persone che lavo­rano al servizio di Leo, e che più volte sono state da lui beneficate, guardano con malizia l’amicizia con Irene e in­fangano il loro rapporto. La vicenda giudiziaria rivela in maniera esemplare come si possa­no trasformare il sospetto e le voci in verità, i pregiudizi e i rancori in prove.

L’Autore è riuscito a rintrac­ciare i verbali del processo e il modo in cui venivano circuiti i cosiddetti «testimoni». Spaventosa diviene al­lora la mostruosità del regime na­zista e di una società che dipende in tutto da Hitler e dai suoi fidati collaboratori, fanatici e orgogliosi.

L’amicizia di Kaufmann e di Irene si conclude con la pena capitale di un innocente, il primo ebreo condannato alla ghigliottina. (Abstract del quaderno 4051 – 6 aprile 2019)

Achille Colombo Clerici, presidente dell’Istituto Europa Asia