È stato condannato a 5 anni per omicidio colposo il 23enne di Biasca che il 22 aprile del 2017 aveva ucciso un 44enne del Mendrisiotto mentre entrambi si trovavano alla Rotonda di Gordola. Il giovane aveva trascorso la serata in discoteca e quando si era scontrato con la vittima stava inseguendo, accecato dalla rabbia, la sua ex fidanzata che l’aveva lasciato. Trovando sul proprio cammino il 44enne lo ha colpito con un pugno e poi con una spallata. Il colpo del giovane, esperto di arti marziali, non ha lasciato scampo alla vittima provocandone la morte per emorragia cerebrale.
Il giudice Amos Pagnamenta ha riconosciuto tuttavia che si è trattato di omicidio colposo e non intenzionale: “Dopo aver colpito l’uomo con un singolo pugno se ne è disinteressato e non si era reso conto della gravità delle conseguenze”. Il 23enne si è sempre dichiarato innocente sostenuto anche dalle tesi promosse dal suo legale Yasar Ravi che ha fatto leva sul fatto che la vittima sarebbe stata colpita da un’altro soggetto. Le testimonianze tuttavia parlano chiaro e secondo la corte i testimoni “sono perfettamente credibili, poiché non avevano nessun motivo per mentire”.
Meno credibile invece appare il giovane condannato che avrebbe mentito spudoratamente in più occasioni agli investigatori cambiando versione sia sui dettagli più rilevanti che quelli meno significativi. Nonostante questo, quando il presidente della corte ha dato l’ultima parola all’imputato, queste sono state: “Per il reato di omicidio, mi dispiace per quanto avvenuto alla famiglia delle vittima, ma io non sono colpevole”.
Oltre ai 5 anni di prigione per omicidio colposo, reati di minaccia, lesioni e infrazione alla legge sugli stupefacenti, il colpevole dovrà anche pagare un risarcimento per torto morale ai famigliari per un totale di 150’000 franchi.