Dopo che l’ormai ex vice cancelliere Heinz-Christian Strache, leader del Fpo austriaco, ora dimessosi, è cascato in pieno nella trappola tesagli ancor non si sa da chi, coloro i quali hanno mandato avanti una giovane adescatrice russa che gli facesse dire cose a dir poco sconvenienti sulla libertà di stampa e sulla manipolazione di questa in vista delle europee, ci si chiede opportunamente dove vada la destra europea.
Nello stesso momento in cui Strache rassegnava al cancelliere Kurz le proprie dimissioni, l’alleato di Strache stesso, di destra populista anch’egli, vicepremier italiano Matteo Salvini celebrava in Piazza Duomo a Milano il trionfo (tuttavia tremulo, dopo le denunce di corruzione, gli arresti all’interno del partito stesso, e le defezioni da parte degli ormai ex alleati grillini), invocando i Santi Patroni d’Europa ed affidandosi al Cuore Immacolato di Maria, baciando il rosario.
Il responsabile della Lega estera, Marco Zanni, dichiara che “l’alleanza tra Fpo e Lega rimane solida.” Peccato che l’altra alleata pilastro della destra europea, sconfitta per (più di) un soffio dall’europeista Macron, Marine Le Pen, dichiara che Strache avrebbe “commesso un grave errore”, condannando così l’ex (?) alleato. Un errore sanzionato, si affretta a correggere Marine, con le dimissioni del vicecancelliere, un errore, specifica oltremodo, dovuto a una trappola visibilmente costruita: il video risale al 2017, ed è stato messo in circolazione solo dopo l’elezione di Strache per minarne, non (sol)tanto la persona quanto piuttosto la destra stessa, l’idea di nazional-populismo. Certo è che, siccome le voci sugli scandali girano più veloci di qualunque altro argomento, va detto che anche a livello personale Strache ha preso una batosta forte e forse irreversibile: la moglie Philippa si è detta “scioccata”, dicendo che rifletterà se accettare o meno le scuse, rivolgendo ora le energie a Hendrik, il piccolo figlio della coppia nato proprio lo scorso Capodanno. Insomma, un anno prima Strache ha fatto ben di più che parlare con l’adescatrice bionda. E il video ha ripreso tutto.
Oltre alle lodi della “repressione della stampa da parte di Orban”, come dichiarato da uno Strache piuttosto alticcio. Già, Orban, che Salvini vorrebbe come alleato ma dal quale, oltre a reciproca stima, la Lega non può aspettare granché. E intanto in Ungheria l’opposizione trova fiato da espandere contro Orban e la sua stampa.
E poi c’è il Cremlino, con la sua Santa Russia, che ha dato i natali alla sedicente Aljona Makarowa, con la quale il governo russo dice di “non aver niente a che fare”. D’altra parte, correva voce, la Russia stessa aveva finanziato il Front National (ora Rassemblement) di Marine Le Pen, pertanto è proprio Marine che si affretta a dire che i soldi promessi a Strache da Aljona non erano russi.
Per la Lega in Italia resterebbe l’alleanza del polacco Kascynski, alleato anch’egli del Rassemblement National e di Vladimir Putin. Ma la Lega stessa insiste con Strache, che, nonostante tutto, rimane un alleato.
Chissà dove arriverà la destra in Europa. Magari, anche per via del terrorismo islamico, cavallo di battaglia contro il quale la destra nazional populista di tutti i sovracitati, da sempre, si batte, potrebbe ottenere molto. Nonostante tutto.