Se ci si incentra solo sulla Francia e sull’Italia, mentre nel resto d’Europa ha vinto la destra europeista ed il centro sinistra europeista è arrivato secondo, si assiste al trionfo della destra nazionalista: in Francia, la vittoria della lista di destra Prenez le Pouvoir del Rassemblement National di Marine Le Pen, ha ottenuto il 23,43% dei voti, con un’affluenza al 50,97%.

In Italia, invece, la Lega di Matteo Salvini è il primo partito, con il 34,33 % dei voti. Un risultato storico, se si conta che cinque anni fa i parlamentari leghisti saliti erano appena 5.

“Penso che gli italiani diano mandato a me e al governo di ridiscutere in maniera pacata parametri vecchi e superati”. ha dichiarato il vicepremier, ministro degli Interni. Il programma contrattuale tra l’Italia e l’UE pare chiaro: infrastrutture e grandi opere (come la Tav), e autonomia per Veneto e Lombardia (il ministro Erika Stefani è da tempo al lavoro per questo).

Per quanto riguarda prettamente l’Europa, invece, sale la tensione: Salvini insiste sullo sforare il 3% del PIL, sorpassando il limite concesso dai parametri UE, parlando addirittura di resa dei conti e di lettere inviate a Bruxelles, per chiedere chiarimenti sui rialzi del debito. “L’Europa della precarietà e della disoccupazione per noi si è chiusa ieri”. ha concluso Salvini.

Va detto anche che non si può dire che il Partito delle Nazioni e della Libertà, coalizione nazionalista nata a Bruxelles nel 2015 che compendia, tra gli altri, anche i partiti di Salvini e della Le Pen, sia arrivato primo. In effetti è arrivato sesto, sorpassato, di gran lunga, dal centro destra europeista, dalla sinistra europeista e persino dai verdi. E’ comunque un risultato storico e mai visto prima, che, molto probabilmente, creerà attrito con Bruxelles stessa.