Meredith Kercher aveva 21 anni, era una studentessa inglese di origini indiane: fu sgozzata di notte, nell’Halloween del 2007, a Perugia, in Via della Pergola. Il movente? Un delirio orgiastico, erotico, in cui Meredith si trovò coinvolta pur non volendo, e per il quale furono sospettati in primis l’americana Amanda Knox e l’italiano Raffaele Sollecito, ma per il quale fu condannato solo il cittadino ivoriano Rudy Guede, in via definitiva, con rito abbreviato.

I presunti coautori del delitto, Amanda Knox e Sollecito Raffaele, furono scarcerati e assolti definitivamente nel 2011 per insufficienza di prove, e per la presunta estraneità al fatto materiale dell’omicidio. Amanda aveva però calunniato Patrick Lumumba, proprietario di un locale in cui lavorava Amanda, in realtà assente dal luogo dell’omicidio e così scontò tre anni per calunnia. A lui Amanda aveva inviato un messaggio, see you later (dopo? sul luogo del delitto?) che poi aveva cancellato.

Nel 2014 Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono condannati nuovamente a 28 e 25 anni, ma un anno dopo la sentenza è annullata, questa volta definitivamente.

Ad oggi Amanda knox, definitivamente libera, torna in Italia, per partecipare al Festival della Giustizia.

Chi uccise la ragazza con 47 coltellate, tra cui una fatale, alla carotide? L’omicidio avvenne in 2 minuti, con presunto scopo sessuale. I poliziotti giunsero solo il giorno dopo, trovando Amanda e Raffaele seduti su una staccionata ad attenderli, avendoli chiamati apparentemente solo per il sospetto di un furto, essendo un vetro dell’abitazione rotto. Furono i poliziotti a sfondare la porta della camera della giovane, trovandone il cadavere quasi completamente coperto da un piumone. Amanda e Raffaele avrebbero trascorso la notte nella casa del ragazzo, e l’alibi sarebbe stato confermato da un clochard che li avrebbe visti. Il computer di Sollecito sarebbe rimasto acceso dalle 18.30 alle 5.32.

Amanda narrò la scena dello sgozzamento in modo molto confuso, probabilmente sotto effetti di stupefacenti: dapprima disse di aver udito delle grida provenire dalla camera in cui Meredith era con Lumumba, poi di aver visto compiersi l’efferato delitto. Il DNA trovato sul corpo della giovane fu tuttavia quello di Guede.

Lo scenario che si delineò dapprima fu il seguente: Guede sarebbe uscito dal bagno, stimolato sessualmente avrebbe tentato di abusare di Meredith, la quale avrebbe rifiutato e gridato strenuamente ma che sarebbe stata tenuta ferma da Sollecito e dalla Knox. A sferrare le coltellate, la Knox. In seguito avrebbero buttato i tre cellulari della vittima lontano (saranno ritrovati da una donna solo alcuni giorni dopo) e depistato le indagini, rompendo un vetro per inscenare un furto. Una scena piena di contraddizioni, mai definitivamente chiarite, conclusasi con la scarcerazione di Amanda e Raffaele. [Questa ricostruzione ipotetica, chiaramente, non è stata confermata dai giudici, quanto meno nella sentenza finale; ndR].

Si dice che nelle pressioni mediatiche a favore della Knox ci fosse stata Hillary Clinton: un processo alle streghe di Salem, venne definito, fatto di pressioni e di ingiurie alla Knox. Dal falso rinvenimento dell’HIV nelle sue analisi del sangue, al discorso di “ragazza facile” nei suoi confronti, all’antiamericanismo. Aiutata soprattutto dalla fondazione USA-Italia, la Knox tornò in America.

Un caso con molti strascichi di razzismo o di “razzismo all’incontrario”: dall’antiamericanismo, alla presunta interpretazione che Rudy sarebbe stato condannato perché nero, mentre Amanda e Sollecito scarcerati perché bianchi, e che par concludersi ora con l’invito di Amanda Knox al festival della Giustizia penale, a Modena, dove tra uno spritz e un sorriso, la oggi 32 enne festeggia la confermata (ma mai accettata) assoluzione.

Meredith è sepolta a Sud di Londra.

Giulia Bongiorno, l’avvocato di Sollecito, è diventata ministro del Governo Conte, fortemente voluta da Matteo Salvini.