L’Iran ha superato il limite di riserve di uranio a basso arricchimento che gli era stato imposto dall’accordo internazionale firmato nel 2015. Lo ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri iraniano Javad Zafir. La notizia è stata inoltre confermata dal’Agenzia internazionale dell’energia atomica. D’altronde la repubblica islamica aveva già annunciato che non si sentiva più vincolata dato il ritiro degli USA e che avrebbe superato il massimale di 300 kg previsto dall’accordo.

Il Regno Unito e la Germania hanno invitato l’Iran ha rivedere la sua decisione mentre Washington ha dichiarato che non abbandonerà la sua strategia di pressione. “L’Iran sta giocando con il fuoco” ha detto il presidente Donald Trump.

Le nazioni europee avevano avvisato che qualunque violazione avrebbe portato ad immediata conseguenze ma le dure sanzioni a cui il paese è sottoposto ha spinto Teheran a intensificare la produzione di uranio arricchito che può essere usato per le armi nucleari. La strategia della repubblica islamica potrebbe essere quella di violare gradualmente l’accordo e spingere l’Europa ad aumentare le pressioni sugli USA e liberarsi dalle sanzioni.

Il pericolo più grosso che si corre al momento non è tuttavia la concreta costruzione di una bomba atomica da parte dell’Iran ma lo smantellamento di quello che era stato definito un accordo storico. Firmato a Losanna nel 2015 precedeva che l’Iran riducesse il numero delle proprie centrifughe e rinunciasse parzialmente alla capacità di arricchire l’uranio. Da parte degli altri paesi invece si richiedeva la rimozione delle sanzioni che gravavano sull’economia iraniana. Arrivare a quel risultato era costato anni di un impegnativo processo diplomatico condotto principalmente da Barack Obama, dall’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri Federica Mogherini e dal ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.

Al subentrare di Donald Trump alla Casa Bianca le cose sono cambiate. Da sempre contrario all’atteggiamento dell’amministrazione Obama verso l’Iran, Trump decise di reintrodurre le sanzioni allo scopo di negoziare un nuovo accordo, secondo lui più vantaggioso per gli USA.
I rapporti tra i due paesi inoltre si sono di recente ulteriormente inaspriti a causa dei conflitti nello stretto di Hormuz dove pochi giorni fa sono state attaccate due petroliere.