L’INTERROGAZIONE DI MARCO CHIESA
Dopo la discriminazione applicata al nostro Paese con il rifiuto del riconoscimento della borsa svizzera da parte dell’UE, anche i canali diplomatici in Patria stanno mettendo in evidenza un’accresciuta è ingiustificata aggressività verbale.
È il caso delle dichiarazioni dell’ambasciatore Michael Matthiessen che rappresenta l’UE a Berna, formulate in occasione di un evento organizzato dall’ambasciata finlandese a Berna, nell’ambito di una tavola rotonda all’inizio della Presidenza finlandese del Consiglio dell’UE.
Matthiessen senza mezzi termini è saltato alla gola della Svizzera minacciando a chiare lettere, secondo quanto riportato dalla stampa, che in caso di fallimento dell’accordo quadro, il nostro Paese sarebbe stato mangiato dall’UE. “Se non ti siedi al tavolo, sarai sul menu” queste le cortesi parole del diplomatico rivolte alla Svizzera.
https://www.blick.ch/news/schweiz/bern/eu-botschafter-michael-matthiessen-warnt-die-schweiz-wenn-ihr-nicht-am-tisch-sitzt-kommt-ihr-auf-die-speisekarte-id15414168.html?utm_source=email&utm_medium=social_user&utm_campaign=blick_amp
A seguito di quanto sopra pongo i seguenti quesiti:
- La Svizzera intende reagire a questa palese intimidazione dell’ambasciatore Matthiessen? Se si, come?
- È accettabile che la Svizzera e gli svizzeri siano assimilati ad una pietanza pronta ad essere divorata nel caso democraticamente decidessimo di mantenere la nostra indipendenza e libertà non sottoscrivendo un accordo istituzionale?
- Il rispetto dell’UE nei confronti del nostro Paese e delle nostre decisioni è solo di facciata? A Bruxelles si pensa davvero di far un solo boccone della Svizzera?
- L’UE comprende ed è disposta ad accettare la democrazia diretta svizzera o per Bruxelles l’espressione dei cittadini ed il fatto che il Popolo svizzero debba sempre mantenere l’ultima parola è un’intralcio da levare al più presto?
- Matthiessen è ancora la persona giusta con cui colloquiare e mantenere un canale diplomatico? Le sue uscite non pregiudicano la fiducia della Svizzera nei suoi confronti? Un conto è parlare a chiare lettere, un conto è minacciare.
- Dobbiamo attenderci a nuove forme di pressione, intimidazioni e minacce da parte dell’UE nei prossimi mesi?
- Non è forse arrivato il momento di mostrare un po’ più di orgoglio e determinazione nell’ambito della nostra politica estera e nei nostri rapporti con l’UE? Troppo spesso si ha l’impressione che si faccia ben poco per uscire dall’angolo in cui vorrebbe relegarci l’UE.
Marco Chiesa, membro della commissione politica estera