La posizione del partito

1. L’MPS non prenderà parte alle prossime elezioni nazionali. Il coordinamento cantonale, nella sua ultima riunione, ha preso atto che i possibili interlocutori per la presentazione di una lista unitaria delle forze della sinistra non governativa hanno optato per altre soluzioni. Di conseguenza l’unica ipotesi praticabile sarebbe stata quella di una candidatura del solo MPS: ipotesi alla quale non abbiamo rinunciato tanto per ragioni di principio, ma sulla base di una serie di considerazioni politiche che esponiamo qui brevemente.

2. La prima è legata al fatto che l’MPS, in quanto forza politica nazionale, ha deciso di non presentarsi alle prossime elezioni nazionali. Non avrebbe avuto quindi senso presentare una lista alle elezioni nazionali in un solo cantone.

La seconda ragione è di ordine più squisitamente organizzativo e interno. La fase politica conclusasi con le elezioni cantonali ha segnato indubbiamente notevoli progressi per l’MPS; progressi dei quali il risultato elettorale (e il passaggio da uno a tre deputati/e) è stato l’aspetto pubblicamente più appariscente, ma non certo il più importante per noi. Infatti vanno apprezzati in modo più che positivo i progressi fatti nell’aumento della nostra udienza verso la popolazione, la conquista di nuovi militanti e simpatizzanti, la nostra estesa capacità di intervenire sul terreno.

Questa crescita importante deve essere organizzata e strutturata sul territorio: anche per questa ragione l’MPS ha di recente proceduto alla creazione di gruppi regionali. Proprio nella crescita organizzativa concentreremo in questi prossimi mesi i nostri sforzi maggiori: una priorità che non è conciliabile con una campagna elettorale in solitaria, costosa dal punto di vista organizzativo e finanziario.

3. L’MPS avrebbe volentieri partecipato, come detto, ad una lista unitaria con le forze della sinistra non governativa: in questo senso, dopo le elezioni cantonali, aveva rivolto una proposta a tutte queste forze partendo dall’ipotesi che la somma dei risultati ottenuti alla recenti elezioni cantonali (Verdi, MPS-POP, PC) rendessero credibile la possibilità di conquistare un seggio. Una simile proposta escludeva, agli occhi dell’MPS, un’eventuale congiunzione con il PS, partito presente nel governo nazionale (sulla base di una programma di governo) e con il quale sempre di più vi sono divergenze decisive su temi fondamentali. Basti ricordare, per non andare più indietro nel passato, le campagne che ci hanno visti nel 2017 su fronti diverse sul tema della sicurezza sociale (il Progetto PV2020) e, pochi mesi fa, la votazione sulla RFFA.

Queste forze, guidate dai Verdi, hanno escluso la possibilità di una lista di questo tipo, preferendo una lista congiunta con il PS, partendo dalla convinzione che questa unità porterà la conquista di un secondo seggio. Per ragioni di coerenza politica e per rispetto nei confronti degli elettori e delle elettrici, l’MPS non ha quindi potuto aderire a questa prospettiva, il cui esito, anche sul piano elettorale, appare tutt’altro che chiaro e scontato.

4. Tutto questo avviene in un contesto politico nel quale si moltiplicano i segnali di uno spostamento politico sempre più a destra del PSS e viene ribadita la sua vocazione governativa. Non sorprende, ad esempio, che a proporre, proprio in queste settimane, alcune “riforme” pensionistiche siano esponenti di punta di quelle stesse forze che ci hanno portato alla difficile prospettiva che sembra delinearsi per gli attuali e i futuri pensionati; il progetto sulla riforma della LPP è stato infatti presentato dalle direzioni sindacali e padronali, capitanate dal già candidato al consiglio federale PSS Pierre-Yves Maillard (riciclatosi alla testa dell’USS dopo il lungo periodo in Consiglio di Stato nel canton Vaud); quello sull’AVS (AVS21) dal consigliere federale PSS Berset (a suo tempo preferito proprio a Maillard…). Queste stesse forze, unitamente ai partiti borghesi, erano state decisive, una quarantina d’anni fa, per far passare il sistema dei tre pilastri, a scapito di un sistema di pensioni popolari fondato sullo sviluppo dell’AVS. La difficile e problematica situazione nella quale ci troviamo è il risultato di quel sistema ormai giunto a maturazione.

Lo stesso ragionamento potrebbe essere sviluppato su altre questioni di fondo: basti pensare che il disastro attuale con lo stillicidio di chiusure di uffici postali è il risultato di una riforma delle PTT rivendicata a suo tempo proprio dal gruppo parlamentare del PSS.
Infine, come non ricordare il passato recente, che ha visto, non più di due anni fa, il PSS battersi a favore della riforma PV2020 (che prevedeva, tra le altre cose, l’aumento dell’età AVS per le donne) difesa a suo tempo con forza dalla consigliere nazionale Marina Carobbio, attorno alla quale oggi la “sinistra” dovrebbe stringersi? O, ancora, il sostegno decisivo del PSS alla RFFA, approvata pochi mesi fa.
O, nuovamente, la recente presa di posizione, perlomeno ambigua, di fronte al progetto del governo AVS21 che, ancora una volta, prevede l’aumento dell’età AVS per le donne. Il PSS non si pronuncia infatti contro questo aumento per ragioni di principio, ma solo “poiché le misure di compensazione previste sono del tutto insufficienti”.

Come si vede dunque differenze di fondo su temi fondamentali per una sinistra che si vuole tale (sicurezza sociale, fiscalità, etc.): a meno che con questo termine non si indichino valori generici (quali giustizia, libertà, eguaglianza) sui quali, almeno di principio, pochi, persino nei partiti borghesi, si dichiarerebbero contrari. Differenze chiare che non possono essere ignorate per semplici ragioni di opportunità elettorale e per rispetto nei confronti degli elettori e delle elettrici che vedono nell’MPS (e lo hanno confermato anche nelle recenti elezioni cantonali) una forza di radicale opposizione anticapitalista.

5. È alla luce di queste considerazioni, animate dalla necessità di coerenza rispetto alla linea politica da sempre seguita e apprezzata anche sul piano elettorale, che l’MPS non può che ribadire un orientamento di opposizione alla politica del governo federale e delle forze che ne fanno parte. Il tentativo da noi fatto di una lista che esprimesse queste forze di opposizione non è andato in porto per il rifiuto di altre forze che hanno fatto considerazioni di opportunità elettorale che non condividiamo e che, molto probabilmente, rappresentano un tentativo (ci riferiamo in particolare ai Verdi) di modificare in un senso più governista (sia in una prospettiva federale che cantonale) il proprio profilo politico.

MPS